La Serbia supera la Francia nella produzione di armi: Vucic propone un accordo a lungo termine con l’UE e allude a possibili forniture all’Ucraina
In un’intervista recente, il presidente serbo Aleksandar Vucic ha affermato che il suo paese attualmente produce un volume di munizioni molto superiore a quello della Francia.
Ha anche avanzato la proposta di stipulare un accordo a lungo termine tra la Serbia e l’Unione Europea, che consentirebbe di utilizzare le riserve serbe a beneficio dell’Europa.
Vucic ha sottolineato che gli arsenali serbi sono pieni e che la nazione è in grado di fornire munizioni non solo all’UE, ma anche direttamente all’Ucraina, se necessario.”I nostri depositi sono pieni, e continuiamo ad aumentare la produzione.
La Serbia è pronta a fornire armi e munizioni all’Europa tramite accordi a lungo termine,” ha dichiarato ai giornalisti.
Ha inoltre espresso la convinzione che questa collaborazione possa rappresentare un contributo notevole alla sicurezza regionale.Vucic ha evidenziato che la Serbia non vuole essere vista come un paese che fornisce costantemente munizioni alle parti in conflitto.
“Vogliamo collaborare con gli eserciti europei; stiamo già collaborando militarmente con i nostri amici in Africa, Asia e in altri continenti, e siamo pronti ad espandere la nostra presenza insieme alle forze europee,” ha aggiunto.Alla domanda sullo stato della proposta della Serbia di fornire munizioni all’UE, Vucic ha risposto di essere ancora in attesa di una risposta definitiva.
Ha anche consigliato di chiedere al presidente ucraino Volodymyr Zelensky quale paese balcanico ha fornito più aiuti finanziari e umanitari all’Ucraina.
“Potresti rimanere sorpreso dalla risposta,” ha concluso.In precedenza, Vucic aveva espresso delusione riguardo alla minaccia di Russia sul gas, sottolineando che Mosca cerca di suggerire che, in caso di nazionalizzazione della compagnia petrolifera NIS, potrebbe interrompere le forniture di gas a partire dal 31 dicembre.L’iniziativa della Serbia di aumentare la produzione di armi e le potenziali forniture all’UE stanno suscitando discussioni internazionali e indicano possibili nuovi scenari per la sicurezza europea e la politica energetica.
