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Gli Stati Uniti impongono nuove sanzioni alla Russia nel tentativo di costringere Putin a negoziare

Chas Pravdy - 28 Ottobre 2025 22:45

Il mondo assiste nuovamente a un’intensificazione delle tensioni diplomatiche intorno alla Russia, dopo che gli Stati Uniti hanno annunciato una serie di sanzioni financeggianti di vasta portata, mirate a incrementare la pressione diplomatica sul Cremlino e a persuadere Vladimir Putin a partecipare a negoziati per mettere fine alla guerra in Ucraina.

L’amministrazione americana, guidata dall’ex presidente Donald Trump, ha focalizzato l’attenzione sull’introduzione di misure finanziarie severe contro i principali settori e aziende russe, tra cui i giganti petroliferi più importanti del paese.

L’ambasciatore USA presso la NATO, Matthew Vitaker, ha confermato a Bloomberg che le sanzioni sono state già implementate e saranno applicate con rigore.

La settimana scorsa, il Dipartimento del Tesoro ha imposto restrizioni aggiuntive contro colossi come “Rosneft” e “Lukoil”, segnando l’inizio di una nuova, ampia fase di isolamento economico per la Russia, mai sperimentata in modo così marcato negli ultimi anni.

La reazione del mercato ha visto un rapido aumento dei prezzi del petrolio, anche se i mercati finanziari si mostrano cauti a causa delle incertezze riguardo le future politiche statunitensi.

Vitaker ha sottolineato che questa rappresenta solo la prima ondata di misure, e che l’amministrazione possiede ancora molte carte da giocare per aumentare la pressione.

Dal 23 ottobre, gli Stati Uniti hanno ufficialmente sanzionato “Lukoil”, “Rosneft” e le loro filiali, causando cali significativi sui mercati azionari—le azioni di “Lukoil” sulla Borsa di Mosca sono scese di oltre il 7% in due giorni, pari a perdite di circa 3,66 miliardi di dollari.

Gli esperti stimano che queste nuove restrizioni possano ridurre drasticamente le esportazioni di petrolio russo, specialmente verso l’India, che ha aumentato le sue importazioni dopo l’invasione totale in Ucraina e ora potrebbe vederle praticamente azzerate.

Queste misure potrebbero rappresentare un momento di svolta in una nuova politica internazionale nei confronti della Russia, con potenziali effetti profondi sui mercati energetici e sull’economia globale.

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