Tusk avverte sul rischio di riavviare Nord Stream 2 al termine della guerra in Ucraina
Sono passati molti mesi dall’inizio dell’invasione su larga scala dell’Ucraina da parte della Russia, ma la questione del ripristino dei collegamenti economici con Mosca rimane di grande attualità in Europa.
Il presidente del Consiglio Europeo, Donald Tusk, ha espresso chiaramente preoccupazione riguardo a possibili tentativi di riattivare Nord Stream 2, un gasdotto molto controverso che continua a sollevare dibattiti accesi per le sue implicazioni strategiche e politiche.
Durante una recente conferenza stampa, Tusk ha sottolineato che la fine della guerra non dovrebbe portare l’Europa a riprendere frettolosamente i rapporti con Mosca, specialmente nel settore energetico.
Ha avvertito che ogni tentativo di riavviare il gasdotto potrebbe riaccendere i vecchi rischi e crisi del passato.
Nord Stream 2, che attraversa il Mar Baltico dalla Russia verso la Germania, è stato criticato come simbolo dell’errata strategia europea di compiacere Mosca.
È stato sabotato nel 2022, dopo l’invasione completa dell’Ucraina da parte di Putin, evento che ha infranto le speranze di un’Europa più indipendente dal punto di vista energetico e ha acceso intensi dibattiti sulle politiche strategiche del continente.
È importante notare che nel settembre 2023, un sub professionista ucraino è stato arrestato in Polonia nell’ambito di un’indagine sul sabotaggio del gasdotto.
Tusk ha evidenziato che, anche nei dibattiti sulle cause della Brexit e sul futuro dell’integrazione europea, non bisogna sottovalutare i pericoli rappresentati dall’espansionismo di Mosca.
Secondo le sue parole, “Siamo in un momento in cui bisogna abbandonare le illusioni su un futuro sicuro per l’Europa.
È troppo tardi per preparazioni perfette contro tutte le minacce, ma non troppo tardi per la nostra sopravvivenza,” ha affermato Tusk.
Ha anche ricordato uno dei più grandi errori politici degli ultimi anni: l’uscita del Regno Unito dall’UE, definendola “una delle più grandi sciocchezze della nostra storia comune”.
