Aumenti importanti dei prezzi del petrolio a seguito delle sanzioni USA contro il settore energetico russo
I prezzi mondiali del petrolio hanno registrato un incremento significativo dopo l’inasprimento delle sanzioni da parte degli Stati Uniti contro alcune delle principali aziende petrolifere russe, come «Rosneft» e «Lukoil».
Giovedì, i prezzi del greggio sono saliti di circa il 5%, raggiungendo il massimo di due settimane, in concomitanza con le misure volte a limitare le esportazioni di petrolio russo come parte degli sforzi internazionali di risposta al conflitto in Ucraina.
Secondo Reuters, i futures sul Brent sono aumentati a 65,50 dollari al barile, segnando un incremento di 2,91 dollari o il 4,7%, mentre il WTI americano ha raggiunto i 61,39 dollari, in aumento di 2,89 dollari o il 4,9%.
Questo rappresenta il livello di chiusura più alto dal 8 ottobre per il Brent e dal 9 ottobre per il WTI.
Allo stesso tempo, i futures sul diesel negli Stati Uniti sono saliti di oltre il 5%, portando lo spread di cracking del diesel ai livelli più alti dal febbraio 2024, indice della redditività della raffinazione.
Gli analisti del settore energetico osservano che i produttori russi dovranno probabilmente cercare nuovi acquirenti per evitare l’esclusione dal sistema bancario e commerciale occidentale a causa delle sanzioni.
Sebbene le compagnie cinesi abbiano già sospeso gli acquisti di petrolio russo, l’India è diventata il principale compratore, grazie a sconti importanti, sollevando preoccupazioni sulla stabilità futura dell’offerta globale.
Nonostante le sanzioni, la Russia continua a trovare modi per mitigare gli effetti, mantenendo livelli di produzione stabili.
Inoltre, i paesi dell’OPEC+ sono pronti a compensare eventuali deficit adeguando la loro produzione.
La visita del vicepremier cinese negli Stati Uniti rappresenta un segnale degli sforzi delle due maggiori economie mondiali per alleviare le tensioni e stabilizzare i mercati energetici.
Inoltre, Regno Unito e UE hanno anch’essi implementato nuove sanzioni contro il settore energetico russo, comprendendo un divieto di importazione di gas naturale liquefatto russo e restrizioni su alcuni impianti di raffinazione.
Gli analisti prevedono che nel 2024 i prezzi del petrolio oscilleranno tra i 60 e i 70 dollari al barile, a seconda delle evoluzioni geopolitiche ed economiche globali.
