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Gli Stati Uniti rifiutano di ampliare l’uso dei patrimoni russi congelati a supporto dell’Ucraina

Chas Pravdy - 20 Ottobre 2025 19:45

Nel contesto delle negoziazioni diplomatiche ed economiche in corso tra gli Stati Uniti e l’Unione Europea, è emersa una situazione di tensione riguardo all’utilizzo dei patrimoni russi congelati per sostenere l’Ucraina.

Secondo Bloomberg, i funzionari statunitensi hanno manifestato la loro riluttanza a partecipare al piano dell’UE di ampliare le possibilità di utilizzo di tali patrimoni, citando rischi per la stabilità dei mercati globali.

Nel frattempo, i paesi europei lavorano attivamente su un meccanismo che potrebbe mobilitare fino a 140 miliardi di euro sotto forma di prestiti, coordinati con i patrimoni congelati delle banche centrali.

Tuttavia, la posizione degli Stati Uniti sta rallentando il progresso, rappresentando un passo indietro per gli sforzi dell’UE di mobilitare maggiori risorse finanziarie per la difesa e la ricostruzione dell’Ucraina.

Si prevede che i leader europei approveranno un meccanismo finale durante il vertice di Bruxelles alla fine di questa settimana, ma l’opposizione americana complica l’iter.

Contemporaneamente, cresce la pressione interna a Washington per porre fine alle ostilità in Ucraina.

Il presidente Donald Trump ha recentemente incontrato Volodymyr Zelensky a Washington e ha annunciato un possibile incontro con Vladimir Putin a Budapest dopo una telefonata con il leader russo.

Il Ministro delle Finanze statunitense, Scott Bessent, ha dichiarato che circa 5 miliardi di dollari di patrimoni russi congelati potrebbero essere eventualmente utilizzati, ma finora nessuna misura concreta è stata presa.

Questo approccio prudente si oppone alla volontà europea di utilizzare più attivamente tali patrimoni per finanziare le esigenze dell’Ucraina.

La Belgio, possedendo la maggior parte di questi fondi nel contesto di Euroclear, solleva preoccupazioni per possibili implicazioni legali e cause giudiziarie che potrebbero mettere a rischio la stabilità finanziaria europea e indebolire l’euro.

La presidente della Banca Centrale Europea, Christine Lagarde, ha sostenuto l’idea di azioni congiunte, sottolineando che soltanto gli sforzi collettivi potranno garantire il successo di questa iniziativa.

La maggior parte dei 280 miliardi di euro in patrimoni congelati si trova in Europa, rendendo questa questione particolarmente sensibile per la regione.

Si continua a discutere sulla possibilità di utilizzare tali patrimoni come garanzia per nuovi prestiti, che potrebbero fornire fino a 160 miliardi di dollari aggiuntivi all’Ucraina.

Nonostante le divergenze tra gli alleati, si prevede che a breve si trovi una soluzione, che avrà un impatto significativo sull’assistenza finanziaria futura all’Ucraina e sulla stabilità della regione.

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