Crisi interna nel Partito Democratico degli Stati Uniti: conflitti e prospettive future
Negli Stati Uniti, si intensifica la crisi all’interno del Partito Democratico, che si trova in una fase di profonda turbolenza caratterizzata dall’assenza di un leader unificatore e dal crescere delle divisioni interne.
A un anno dalla sconfitta contro Donald Trump, il partito si confronta con crisi di discordia, conflitti interni e un’opinione pubblica sempre più insoddisfatta.
Con le elezioni di medio termine sempre più vicine, il Partito Democratico appare frammentato e demoralizzato, ponendo a rischio le proprie chance di successo elettorale.
In tutto il paese, si stanno moltiplicando proteste come il movimento ‘No Kings’, che si oppone alle tendenze autoritarie dell’amministrazione Trump, e una crescente ondata di attivisti giovani che sfidano la vecchia guardia del partito, rappresentata da figure come Joe Biden, Nancy Pelosi e Chuck Schumer.
È in atto una ribellione interna tra i giovani e i nuovi candidati, che chiedono un cambio generazionale e di priorità, dal diritto alla casa a servizi di trasporto moderni e riforme sanitarie.
Amanda Litman, ex consigliera di Hillary Clinton e attivista, sottolinea che i leader anziani hanno perso il contatto con le esigenze della base e devono cedere il passo a nuove generazioni.
La organizzazione ‘Run for Something’ ha ricevuto oltre 72.000 candidature di giovani aspiranti che vogliono partecipare alle elezioni e cambiare il panorama politico.
Intanto, i sondaggi mostrano che il livello di approvazione del presidente Donald Trump ha raggiunto i minimi storici nel suo secondo mandato, con solo il 37% di sostenitori secondo un sondaggio CNN/SSRS pubblicato il 3 novembre, mentre il 63% esprime disapprovazione, inseguendo una crisi politica in atto e un futuro incerto per la sua amministrazione.
