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La Bulgaria interrompe le esportazioni di prodotti petroliferi verso l’UE a causa delle sanzioni statunitensi e delle sfide economiche

Chas Pravdy - 01 Novembre 2025 02:37

A seguito delle recenti sanzioni imposte dagli Stati Uniti alla società russa Lukoil, il Parlamento bulgaro ha approvato il 31 ottobre un disegno di legge che sospende l’export di diesel e carburante da aviazione verso i paesi dell’Unione Europea.

La normativa esclude le forniture per il rifornimento di navi e aerei stranieri, così come le consegne per le forze armate di NATO e UE.

Questa decisione mira a rafforzare la sicurezza energetica nazionale e a stabilizzare il mercato interno del carburante in un contesto di sanzioni che colpiscono i principali giganti dell’energia russa.

Secondo analisi del settore, Lukoil possiede in Bulgaria la più grande raffineria di petrolio, Lukoil Neftochim Burgas, attraverso sua sussidiaria svizzera Litasco, che controlla una quota significativa di mercato.

Inoltre, Lukoil Bulgaria, un importante rivenditore di carburanti, detiene tra il 40% e il 60% del mercato all’ingrosso locale.

Le sanzioni, che interessano il 89,97% delle azioni di Lukoil tramite Litasco, rischiano di limitare le capacità operative dell’azienda nel sistema finanziario globale, ostacolando l’accesso ai servizi bancari internazionali e alle catene di approvvigionamento dipendenti dal dollaro USA.

Delyan Dobrev, presidente della Commissione Bilancio, ha dichiarato che il divieto di esportazione è una misura preventiva per evitare speculazioni di mercato e manipolazioni dei prezzi.

Ha specificato che le esportazioni di benzina non sono soggette a questa restrizione.

Inoltre, il 28 ottobre, Bulgaria e l’azienda tedesca Rheinmetall hanno firmato un accordo per la costruzione di uno stabilimento del valore di oltre un miliardo di euro, che produrrà polvere da sparo, munizioni da 155 mm e sistemi di caricamento modulari all’avanguardia, sottolineando l’impegno strategico del paese nello sviluppo industriale e militare.

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