L’Ungheria si prepara a contestare il divieto di importazione di energia russa presso la Corte europea
L’Ungheria ha annunciato ufficialmente l’intenzione di impugnare la decisione del Consiglio dell’Unione Europea, che vieta l’importazione di petrolio e gas russi nell’ambito dell’iniziativa REPowerEU, volta a ridurre la dipendenza energetica dalla Russia.
Il ministro degli Esteri, Péter Szijjártó, ha dichiarato in un’intervista al canale televisivo M1 che questa decisione è motivata esclusivamente da ragioni politiche e ideologiche, piuttosto che da reali esigenze di sicurezza energetica o considerazioni economiche.
Ha sottolineato che la decisione è stata presa con una maggioranza qualificata e non all’unanimità, rendendola, a suo avviso, illegittima.
Szijjártó ha aggiunto che Ungheria e Slovacchia, che si sono opposte, non hanno potuto esercitare il diritto di veto a causa del metodo di voto.
Nonostante gli sforzi dell’UE per ridurre la dipendenza dalle energie russe, Mosca rimane il secondo fornitore più importante di gas naturale all’Europa, rappresentando circa il 15% delle importazioni di gas liquefatto, con entrate mensili tra 500 e 700 milioni di euro.
Il ministro ungherese ha affermato che il contributo dell’Ungheria all’economia russa è minimo, appena lo 0,2% del PIL, e ha espresso scetticismo riguardo all’impatto che potrebbe avere sulla continuazione della guerra in Ucraina o sulla stabilità della Russia la perdita di tali entrate.
Ungheria e altri paesi stanno sostenendo che questi temi debbano essere affrontati dal punto di vista legale ed economico, chiedendo eccezioni e valutando l’imposizione di dazi aggiuntivi sulle rimanenti importazioni di petrolio russo tramite il gasdotto Družba, qualora i rifornimenti non vengano interrotti.
