La società polacca sempre più scettica sull’aiuto ai rifugiati ucraini
Secondo l’ultima indagine condotta dal Centro di Ricerca dell’Opinione Pubblica (CBOS) in Polonia, il cinquanta per cento della popolazione ritiene che il volume di aiuti forniti dal proprio Stato ai rifugiati ucraini sia eccessivo.
Questi dati mostrano come negli ultimi sei mesi l’atteggiamento nei confronti dell’accoglienza dei migranti provenienti dall’Ucraina si sia leggermente deteriorato.
Attualmente, il sostegno all’idea di aprire le frontiere ai rifugiati ucraini è sceso al 48%, mentre il 45% si oppone, raggiungendo i livelli più alti dal 2014, anno in cui questa domanda è stata posta per la prima volta ai cittadini.
Inoltre, più della metà degli intervistati (50%) ritiene che gli aiuti forniti dalla Polonia agli ucraini siano troppo ingenti, mentre una percentuale leggermente inferiore (46%) considera che tali aiuti siano appropriati e giustificati.
Oltre il 58% dei polacchi crede che l’accesso ai benefici sociali e ai servizi, come l’assegno per figli “800 Plus” o l’assistenza medica gratuita, dovrebbe essere riservato esclusivamente ai cittadini ucraini che lavorano e pagano le tasse nel paese.
Circa un quarto (25%) degli intervistati pensa che, oltre al lavoro e al pagamento delle tasse, anche i rifugiati ucraini che usufruiscono di queste prestazioni dovrebbero avere lo status di rifugiato.
Una percentuale più piccola (8%) ritiene che gli ucraini in Polonia non dovrebbero avere affatto accesso a tali benefici.
L’indagine riflette un aumento della propensione al dissenso verso le misure di aiuto e una diminuzione del sostegno alla piena integrazione dell’Ucraina nell’UE e nella NATO all’interno della società polacca, elementi che influenzano significativamente il panorama politico e sociale del paese.
