L’UE intensifica la pressione diplomatica sulla Belgio riguardo ai beni russi congelati per il sostegno all’Ucraina
L’Unione Europea sta nuovamente rafforzando i propri sforzi diplomatici e legali per influenzare il Belgio in merito all’uso dei beni russi congelati a sostegno dell’Ucraina, suscitando crescente attenzione e tensione a Bruxelles.
Secondo il Financial Times, circa 190 miliardi di euro di asset russi congelati sono custoditi nei depositi di Euroclear a Bruxelles.
Stati Uniti, Germania, Belgio e altri alleati occidentali sono attualmente riluttanti a utilizzare questi fondi, temendo complicazioni legali e rischi finanziari, adottando una posizione di cautela.
Tuttavia, con l’avvicinarsi dei vertici europei, la situazione si è modificata: l’amministrazione Trump ha esortato gli alleati del G7 a confiscare o altrimenti sfruttare queste risorse per finanziare la difesa e la ricostruzione dell’Ucraina.
Il cancelliere tedesco Friedrich Merz ha proposto di considerare 140 miliardi di euro come un prestito destinato a armare l’Ucraina.
La Commissione Europea ha sviluppato un quadro di “prestito riparativo” che mira a far sostenere a Mosca le spese derivanti dalla guerra, affermando che queste devono essere a carico della Russia.
La Belgio insiste, tuttavia, nel proteggere i propri interessi nazionali, chiedendo garanzie per coprire i rischi finanziari e legali associati a questo prestito.
Il governo belga ha dichiarato che il piano attuale è insufficiente e che occorre affrontare i rischi, tra cui le imposte sui profitti e le sfide legali fuori dall’UE.
I primi pagamenti sono previsti nel 2026, mentre i paesi membri cercano di raggiungere un accordo per finanziare il continuo sostegno all’Ucraina, nonostante le divergenze interne.
Non tutti i paesi condividono la posizione belga, e le discussioni interne all’UE si preannunciano lunghe e complesse, ma i leader europei sono determinati a trovare un approccio condiviso riguardo all’utilizzo dei beni russi per sostenere l’Ucraina.
