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Amministrazione Trump Mira a Stabilire un Record nel Limite di Rifugiati per il 2026

Chas Pravdy - 04 Ottobre 2025 10:27

Secondo fonti affidabili statunitensi, l’amministrazione di Donald Trump ha in programma di ridurre drasticamente il numero di rifugiati accettati negli Stati Uniti entro il 2026, stabilendo un limite storico di appena 7.500 persone all’anno.

Questa diminuzione significativa rappresenta un netto calo rispetto agli anni precedenti, quando l’amministrazione Biden consentiva l’ingresso fino a 125.000 nuovi arrivati.

Il nuovo decreto, firmato da Trump il 30 settembre, dà priorità all’ingresso di residenti bianchi provenienti dall’Africa del Sud e di altri gruppi che, secondo quanto si afferma, subiscono ‘discriminazioni ingiuste’, e di fatto chiude le porte a migliaia di famiglie provenienti dai campi di tutto il mondo.

La decisione definitiva sarà presa dopo consultazioni con il Congresso, ma a causa di uno stop del governo, queste discussioni sono temporaneamente sospese.

Di conseguenza, nessun rifugiato potrà entrare negli Stati Uniti finché i legislatori non raggiungeranno un accordo sul finanziamento del governo.

Nel frattempo, Trump ha annunciato il lancio di una piattaforma online per la registrazione di candidati alla cosiddetta ‘carta d’oro’ dell’immigrazione, provocando numerose discussioni e polemiche.

A giugno, si sono svolte manifestazioni a Los Angeles contro i raid della US Immigration and Customs Enforcement (ICE), durante i quali la Guardia Nazionale è stata dispiegata per calmare la situazione.

Le autorità locali hanno anche imposto un coprifuoco nel centro della città.

Trump non esclude di invocare nuovamente la Guardia Nazionale in altre parti del paese, suscitando preoccupazione tra i cittadini.

Dal mese di agosto 2023, gli ufficiali USCIS hanno iniziato a controllare con maggiore severità i candidati alla cittadinanza, valutando non solo eventuali reati, ma anche qualità morali, coinvolgimento nella comunità, cura della famiglia e livello di istruzione.

La Corte Suprema degli Stati Uniti ha confermato queste politiche, permettendo operazioni di controllo e deportazione basate su razza o lingua, suscitando reazioni critiche da parte dei giudici liberali e degli attivisti per i diritti umani.

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