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Il Congresso degli Stati Uniti esita a imporre sanzioni alla Russia senza l’accordo di Trump: posizione del portavoce Johnson

Chas Pravdy - 15 Settembre 2025 01:30

Nuovi sviluppi negli Stati Uniti indicano che l’adozione di sanzioni contro la Russia potrebbe essere influenzata da dichiarazioni di rappresentanti legislativi disposti a modificare l’orientamento politico.

Il portavoce della Camera dei Rappresentanti, Mike Johnson, ha sottolineato che il Congresso non può decidere autonomamente di imporre nuove sanzioni contro la Russia senza una previa coordinazione con il presidente Donald Trump.

Pur riconoscendo che la situazione intorno alla Russia richiede da tempo misure restrittive serie, Johnson ha chiarito che attualmente non sono previste decisioni senza il consenso dell’amministrazione esecutiva.

“Sono fermamente convinto che in tempi difficili siano necessarie azioni audaci.

Le sanzioni contro la Russia sono in sospeso da molto tempo.

In Congresso c’è un grande interesse e sostegno per l’introduzione di tali misure.

Siamo pronti a collaborare strettamente con la Casa Bianca e il Senato per portare avanti questa iniziativa.

Personalmente, desidero fare tutto il possibile affinché ciò diventi realtà,” ha affermato Johnson in un’intervista a CBS News.

Tuttavia, ha evidenziato che la decisione finale spetta al presidente: “Il Congresso non ha autorità illimitata in questa materia.

La decisione di imporre sanzioni deve essere presa di concerto e firmata dal presidente, che è il comandante in capo e ha l’ultima parola in politica estera.” Questa situazione si inserisce nel contesto di una serie di dichiarazioni di politici e di iniziative legislative in risposta all’aggressione russa in Ucraina.

Il 10 settembre, il senatore repubblicano Lindsey Graham ha dichiarato che il Congresso era pronto a approvare leggi che consentano a Trump di imporre ulteriori sanzioni.

Il 12 settembre, è stato presentato un progetto di legge che prevede di qualificare Russia e Bielorussia come stati sponsor del terrorismo, a meno che non restituiscano oltre 19.000 bambini ucraini rapiti.

Il 13 settembre, Donald Trump ha dichiarato sulla sua piattaforma social Truth Social la sua disponibilità ad applicare sanzioni severe contro la Russia e a cessare l’acquisto di petrolio russo, sottolineando che la sua pazienza nei confronti di Vladimir Putin si è esaurita.

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