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Torture e repressione in Bielorussia: ex prigionieri politici raccontano delle condizioni umilianti del regime di Lukashenko

Chas Pravdy - 12 Settembre 2025 20:32

Oltre agli anni trascorsi nelle carceri della repressione bielorussa, le testimonianze degli ex detenuti politici svelano una realtà crudele fatta di torture brutali e di tormenti psicologici che lasciano profonde cicatrici nelle loro vite.

Le recenti dichiarazioni di chi è stato recentemente liberato fanno luce sulle condizioni terribili a cui sono stati sottoposti, paragonabili a prigioni medievali.

Durante una conferenza stampa a Vilnius, ex detenuti hanno descritto un trattamento disumanizzante, con abusi fisici e psicologici, e una tortura sistematica.

Nikola Dziadko, un anarchico, ha ricordato che la sua permanenza nel carcere di Grodno è stata un vero inferno, specialmente di notte, quando i detenuti urlavano e chiamavano le loro madri tra le rigide temperature.

Ha sottolineato che in isolamento, i prigionieri sono portati alla follia, con l’obiettivo apparente di spezzare la loro volontà e distruggere la loro salute mentale attraverso abusi incessanti e isolamento totale.

Un altro ex detenuto, Gennady Fedinych, ha rivelato che non gli è stato nemmeno fornito un pasto prima del trasferimento dal centro KGB: solo té e un cucchiaio di porridge.

Queste testimonianze mettono in evidenza le flagranti violazioni dei diritti umani perpetrate dal regime in Bielorussia.

Svetlana Tikhanovskaja, leader dell’opposizione democratica, ha dichiarato che tutti i prigionieri politici liberati devono avere il diritto di lasciare o restare in Bielorussia secondo la propria volontà.

Ha sottolineato che quanto accaduto non costituisce una vera liberazione, ma una deportazione forzata, che rappresenta una grave violazione dei diritti umani.

La sua organizzazione continuerà a esercitare pressioni sulla comunità internazionale affinché intensifichi gli sforzi per liberare tutti i prigionieri politici e garantire loro un’uscita sicura dal paese.

Nella giornata, sono stati raccolti più di 85.000 euro per supportare i detenuti.

Rappresentanti americani, incluso Steven Capus, presidente e CEO di Radio Liberty, hanno confermato che gli sforzi diplomati degli Stati Uniti per la liberazione dei prigionieri politici in Bielorussia sono iniziati fin dall’inizio della presidenza Trump e proseguono ancora oggi.

Il 11 settembre sono stati liberati 38 cittadini bielorussi, tra cui il giornalista di Radio Liberty Ihar Losik, che ha trascorso oltre cinque anni in prigione.

Nel frattempo, le proteste continuano, con attivisti che rifiutano di lasciare il paese e tagliano i loro passaporti come gesto di resistenza.

Il presidente Trump ha espresso speranza di una rapida liberazione dei rimanenti prigionieri politici, ribadendo che la repressione e le violazioni dei diritti umani sotto il regime di Lukashenko continuano senza sosta.

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