Il Parlamento Europeo esprime preoccupazione per la legge sulle terre in Ucraina: rischi per la proprietà statale e l’integrazione europea
Il Parlamento Europeo ha manifestato serie riserve riguardo a una legge ucraina che potrebbe influire significativamente sulla tutela dei terreni pubblici e ostacolare il percorso di integrazione dell’Ucraina nell’Unione Europea.
Si tratta della legge numero 12089, conosciuta come la «legge Mazepa», approvata dalla Verkhovna Rada.
I rappresentanti europei avvertono che questa normativa comporta rischi di restituzione di appezzamenti di terra, tra cui foreste, coste e risorse idriche, a proprietà private attraverso meccanismi giuridici discutibili o trasferimenti illeciti.
Queste risorse, di importanza strategica e ambientale, sono fondamentali per la sovranità e la sicurezza ecologica del paese.
I critici evidenziano che tali disposizioni non rispettano gli standard europei e generano incertezza nel sistema giuridico, complicando i processi di recupero delle terre di proprietà statale.
La società civile, rappresentata dall’organizzazione ‘Holka’, ha sottolineato che l’influenza di potenti gruppi oligarchici, legati tra gli altri a Ihor Kolomojskij e al partito ‘Servitore del Popolo’, ha favorito l’emanazione di questa legge, suscitando sospetti di corruzione.
Inoltre, esperti militari ed ambientali mettono in guardia contro i possibili rischi per la sicurezza nazionale e l’integrità ecologica.
In passato, alcune sentenze della Corte costituzionale e di altri tribunali avevano indicato che la legge contrasta con la Costituzione ucraina.
La campagna di lobbying, condotta attraverso i media, ha cercato di modellare l’opinione pubblica, con particolare attenzione all’area verde di Protasiv Yar a Kyiv, simbolo di battaglie ecologiche urbane.
Gli attivisti chiedono al presidente Zelensky di porre il veto su questa legge per evitare redistribuzioni illegali di terreni e salvaguardare le risorse strategiche e naturali dell’Ucraina per le future generazioni.
