Divisioni in Europa sulla futura capacità di difesa dell’Ucraina: si potrà formare una coalizione militare multinazionale a Parigi?
Dopo lunghe e tese discussioni, i leader europei continuano a essere divisi sulla questione di come preparare e mettere in piedi forze militari congiunte per sostenere l’Ucraina nella sua lotta contro l’aggressione.
Prima del vertice previsto oggi a Parigi, presieduto dal presidente francese Emmanuel Macron, gli alleati stanno considerando i loro impegni e si preparano a negoziati decisivi con il presidente degli Stati Uniti Donald Trump.
Secondo gli analisti, la chiave per rafforzare la sicurezza dell’Ucraina sta nella creazione di una forza multinazionale guidata dalla “Coalizione dei Volonterosi”, comprendente Francia e Regno Unito, con il sostegno di Washington.
Tuttavia, non c’è ancora un accordo su quali risorse specifiche o contingenti ogni paese sia disposto a fornire al territorio ucraino.
I partecipanti tendono a suddividersi in tre gruppi: primi, i paesi pronti al dispiegamento immediato delle truppe, come il Regno Unito; secondi, quelli che hanno già rifiutato, come l’Italia; e infine, molti altri, tra cui la Germania, che ancora non si sono decisi.
Fonti diplomatiche europee confermano che la preparazione tecnica è stata completata e che ci sono risorse sufficienti per permettere agli Stati Uniti di confermare la volontà dell’Europa di assumersi responsabilità.
Nel frattempo, cresce l’aspettativa che l’amministrazione Trump fornisca intelligence e sistemi di difesa aerea, anche se si prevede che siano gli europei a guidare l’iniziativa.
Il ministro della Difesa britannico, Ben Wallace, ha annunciato che Londra sta rivedendo il livello di prontezza delle proprie forze armate e accelerando i finanziamenti per essere pronto a un eventuale dispiegamento in Ucraina.
Il segretario generale della NATO, Mark Rutte, ha sottolineato che gli alleati devono proporre presto delle idee concrete riguardo alle garanzie di sicurezza e rafforzare la cooperazione con gli USA per definire i loro contributi.
D’altro canto, la Germania ha espresso scetticismo riguardo alle dichiarazioni della presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, che parlava di “piani abbastanza precisi” sulla presenza militare in Ucraina.
Il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, che parteciperà personalmente ai negoziati a Parigi, ha sottolineato di lavorare con Macron sulla definizione di garanzie tecniche di sicurezza, affrontando anche le necessità attuali delle forze armate ucraine, la pressione delle sanzioni contro la Russia e la possibilità di usare asset russi congelati.
Zelensky ha anche incontrato i leader baltici a Copenaghen, dove hanno discusso sui contributi di ciascun paese alla sicurezza collettiva, sottolineando la necessità di piani dettagliati di supporto militare e finanziario.
Macron ritiene che la realizzazione delle garanzie di sicurezza dipenda dalla volontà politica della Russia e dalla sua disponibilità a negoziare la pace — questione al centro delle prossime trattative.
Dopo il colloquio con Trump a Washington, la delegazione ucraina ha ricevuto promesse di “garanzie di sicurezza molto buone”, anche se il loro contenuto esatto rimane incerto, sollevando dubbi sulla loro capacità di adattarsi alle rapide evoluzioni sul campo e di frenare l’aggressività di Mosca, spiega l’analista internazionale Vladimir Kim.
