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La diffusione di disinformazione sull’Ucraina e sui rifugiati ucraini in Europa centrale: una nuova ondata di guerra dell’informazione

Chas Pravdy - 02 Settembre 2025 23:46

Nel contesto attuale di sfide politiche e comunicative in Europa centrale, si è assistito a un rafforzamento degli sforzi di diffusione di messaggi falsi e manipolatori mirati a screditare l’Ucraina e i suoi partner internazionali.

Nell’estate del 2025, diverse piattaforme online di rilievo — «La Nostra Scelta» dalla Polonia, ProUA dalla Repubblica Ceca e «Notizie dalla Slovacchia» — hanno avviato un ambizioso progetto congiunto finalizzato a mettere in luce e a contrastare la diffusione di fake news nella regione.

In un arco di tre mesi, queste fonti hanno pubblicato circa 80 articoli e materiali che hanno analizzato le principali tendenze delle campagne di disinformazione.

Tra i temi più ricorrenti figurava la diffamazione delle autorità ucraine, dell’esercito e della società, attraverso accuse di corruzione e incapacità; la rappresentazione dei rifugiati ucraini come un peso o come un gruppo privilegiato, che avrebbe provocato conflitti con le comunità locali; e la raffigurazione degli ucraini come minaccia sociale o criminale.

Gli esperti sottolineano che queste manipolazioni, che includono distorsioni della memoria storica e simboli, mirano ad aumentare le divisioni e ad minare la solidarietà tra le nazioni.

Le narrazioni specifiche si sono adattate alle peculiarità di ogni paese: in Polonia si sono concentrate su controversie storiche, in Repubblica Ceca su timori economici e in Slovacchia su instabilità politica e teorie del complotto.

Il centro evidenzia che queste campagne di disinformazione non sono alimentate solo dai media e politici fil-russi, ma anche da gruppi locali interessati a tutelare i propri obiettivi.

La propaganda anti-ucraina nei paesi del Visegrád costituisce parte di una più ampia strategia di guerra informativa della Russia contro l’Ucraina e i suoi alleati.

Le previsioni del centro di contrasto alla disinformazione indicano la possibilità di nuovi attacchi massicci nella prima metà del 2025, con particolare attenzione alle elezioni in Moldova e Repubblica Ceca, alle garanzie di sicurezza offerte dall’Occidente all’Ucraina e all’emigrazione giovanile all’estero.

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