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L’ex presidente colombiano Álvaro Uribe condannato a 12 anni di arresti domiciliari per reati di corruzione

Chas Pravdy - 02 Agosto 2025 07:56

In un passaggio storico del sistema giudiziario colombiano, è stata emessa una sentenza che rappresenta una tappa importante nella storia della lotta per la giustizia e la responsabilità politica nel paese.

L’ex presidente Álvaro Uribe, figura di spicco nella scena politica colombiana degli ultimi decenni, è stato ufficialmente condannato a scontare 12 anni di domiciliari per reati legati alla corruzione e alla manipolazione di testimoni.

Questa decisione ha suscitato sconcerto e discussioni accese tra gli operatori politici e la popolazione, interrogandosi sulla reale indipendenza del sistema giudiziario colombiano e sulla lotta anticorruzione ai massimi livelli.

Fonti ufficiali, tra cui agenzie come Associated Press e NBC News, riferiscono che il tribunale ha riconosciuto Uribe colpevole di aver corrotto testimoni, esercitando pressioni indebite, e di aver influenzato falsamente le dichiarazioni di tre ex membri di gruppi paramilitari, attualmente in carcere, alle testimonianze rese al senatore Iván Cepeda, che aveva avviato un’indagine sui possibili legami tra l’allora presidente e questi gruppi armati.

La sentenza prevede anche una multa di oltre 770 mila dollari e l’interdizione dai pubblici uffici per otto anni.

La proclamazione del verdetto si è svolta durante un’udienza, a porte chiuse, in cui Uribe e i suoi avvocati hanno partecipato da remoto.

Le difese hanno annunciato ricorsi, annunciando la volontà di impugnare il verdetto.

La corte ha respinto inoltre la richiesta di lasciare Uribe libero durante la fase di appello, motivando che potrebbe facilmente fuggire all’estero per evitare la condanna.

Uribe dovrà presentarsi presso le autorità di polizia di Rionegro, vicino Medellín, dove risiede, e iniziare immediatamente a scontare la pena domiciliare.

Le indagini hanno evidenziato che il politico avrebbe complottato con il suo avvocato al fine di indurre tre ex membri di gruppi paramilitari a modificare le loro testimonianze, rese ai sensi del procedimento giudiziario condotto dal senatore Cepeda.

Questa vicenda si inserisce nell’ambito di una storia giudiziaria più ampia, che include anche una denuncia per diffamazione presentata da Uribe contro Cepeda nel 2012, poi respinta, e procedimenti penali aperti contro il ex-presidente nel 2018.

Durante la sua presidenza, tra il 2002 e il 2010, Uribe si è contraddistinto per le politiche dure contro le guerriglie e per aver promosso investimenti esteri nel paese.

I suoi sostenitori lo considerano un eroe nazionale, mentre le opposizioni lo accusano di aver violato numerosi diritti umani e di aver tollerato l’influenza delle strutture paramilitari.

Gli Stati Uniti, che avevano sostenuto attivamente le campagne anti-insurrezionali di Uribe, hanno espresso forti critiche alla sentenza, definendola motivata da ragioni politiche e come uno strumento di politicizzazione del sistema giudiziario colombiano.

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