Il nuovo ultimatum di Trump a Putin: cambieranno gli sviluppi diplomatici?
L’articolo pubblicato su The Times analizza il cambiamento nel tono e nel posizionamento sempre più deciso del presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, nei confronti della Russia e del suo leader Vladimir Putin nel contesto della guerra in Ucraina.
Le concessioni che in passato favorivano Mosca stanno rapidamente svanendo, con l’amministrazione americana che si sta muovendo verso una posizione più dura e decisa.
A marzo, Trump ha ammesso con emozione di essere “arrabbiato” con Putin, ma negli ultimi mesi ha iniziato a fissare scadenze più stringenti, culminando con un ultimatum che concede solo 10-12 giorni alla Russia per raggiungere un accordo di pace, molto meno rispetto ai 50 giorni promessi in precedenza.
La cautela iniziale si è trasformata in dichiarazioni più dure e in azioni decise.
Dopo una telefonata con Putin a inizio luglio, Trump ha espresso insoddisfazione per l’andamento delle negoziazioni in Ucraina, sottolineando che finora non vi sono stati progressi concreti.
Inoltre, ha lasciato intendere che potrebbe intensificare le sanzioni e le restrizioni contro la Russia, fissando un termine finale di circa 10-12 giorni.
Se Mosca non agirà entro questo lasso temporale, si avvicinano conseguenze pesanti.
Gli analisti politici indicano che il Cremlino probabilmente non prenderà seriamente queste minacce, poiché affermazioni simili sono state fatte in passato senza risultati tangibili.
La situazione riflette anche le tensioni interne negli Stati Uniti riguardo al sostegno all’Ucraina e alla strategia verso la Russia.
Alcuni esperti temono che il nuovo termine possa essere solo retorica o un tentativo di pressione che potrebbe portare a reali negoziati, qualora Mosca decidesse di impegnarsi seriamente.
La reazione del Kremlin è ancora incerta, ma il nuovo avvertimento di Trump evidenzia l’aumento delle tensioni e l’incertezza sulle future possibilità di risoluzione diplomatica del conflitto.
