L’Iran si prepara per un nuovo ciclo di negoziati nucleari con l’Europa: la diplomazia seguirà l’escalation?
Nel delicato contesto geopolitico attuale, l'Iran manifesta nuovamente l'intenzione di rafforzare gli sforzi diplomatici relativi al suo programma nucleare, collaborando con i principali paesi europei.
Secondo fonti internazionali, venerdì 25 luglio si è tenuto a Istanbul un incontro che ha segnato l'inizio di una nuova fase nelle discussioni sul dossier nucleare iraniano.
Teheran e i suoi alleati, tra cui Regno Unito, Francia e Germania, hanno concordato sull'urgenza di convocare un nuovo ciclo di negoziati per cercare un accordo comune e risolvere le divergenze accumulate.
Il vice ministro degli Esteri Majid Taqht-Ravanchi ha sottolineato che entrambe le parti sono motivate a riprendere rapidamente le trattative, poiché l'incontro precedente a Istanbul ha lasciato un'impressione positiva, anche se senza soluzioni definitive.
Nonostante le minacce di nuove sanzioni da parte dell'Europa in assenza di progressi concreti, Teheran si dice disponibile al dialogo.
I partecipanti all'incontro hanno definito l'evento costruttivo e le autorità hanno evidenziato come questa mossa sia fondamentale per rivitalizzare le iniziative diplomatiche.
Dopo un periodo di tensioni provocate dagli attacchi militari e missilistici statunitensi e israeliani di giugno, queste negoziazioni rappresentano il primo passo concreto verso il ripristino del dialogo.
Da un punto di vista storico, tre nazioni dell'Unione Europea—Francia, Regno Unito e Germania—sono state tra i firmatari principali dell'accordo nucleare iraniano del 2015, dal quale gli Stati Uniti si sono ritirati nel 2018 sotto l'amministrazione Trump.
Nel frattempo, sabato 26 luglio, il presidente iraniano Ebrahim Raisi ha dichiarato la disponibilità al dialogo, pur mostrando cautela riguardo a eventuali escalation con Israele.
Ha affermato che le forze di difesa iraniane devono essere pronte a ogni evenienza, poiché la loro funzione è di proteggere la nazione, mentre la diplomazia deve rimanere attiva e aperta.
È anche segnalato che l'Iran potrebbe causare “instabilità regionale” in caso di nuove sanzioni internazionali, preoccupando la comunità internazionale.
Dopo la conclusione dello scontro tra Iran e Israele, ampiamente descritto come una guerra di 12 giorni avviata dall'intervento statunitense, gli analisti continuano a riflettere sugli effetti negativi sul programma nucleare di Teheran.
È possibile sperare in una risoluzione pacifica del conflitto e in un ritorno al dialogo diplomatico o ci attende una nuova ondata di escalation? Queste questioni sono approfondite nell'articolo analitico di Vyacheslav Likhachov, “Dopo il leone in ascesa: l'Iran cicatrizza le ferite o affila gli artigli?”
