Gli Stati Uniti ricordano a Russia l’ultimatum di Trump sulla pace in Ucraina e manifestano preoccupazioni per le esportazioni cinesi di beni a doppio uso
Durante una sessione del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, i rappresentanti degli Stati Uniti hanno ribadito l’avvertimento lanciato dall’ex presidente Donald Trump alla Russia, esigendo che le ostilità in Ucraina si interrompessero entro 50 giorni.
La rappresentante ad interim degli Stati Uniti, Dorothy Shi, ha ricordato alla comunità internazionale che a luglio dello scorso anno Trump aveva sollecitato Vladimir Putin a raggiungere un accordo di pace in quel lasso di tempo.
Ha sottolineato che, qualora la Russia non rispettasse questa richiesta e continuasse con gli attacchi, Washington sarebbe pronta a imporre ulteriori misure per porre fine al conflitto.
Shi ha anche ricordato che oltre 100 giorni fa, il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite ha adottato una risoluzione che chiede una cessazione immediata delle ostilità e l’instaurazione di una pace stabile, ma i progressi sono stati lenti.
Ha evidenziato che le forze russe continuano a colpire obiettivi civili in Ucraina, tra cui scuole, parchi giochi, edifici residenziali e case di riposo, mentre dispiegano migliaia di soldati nordcoreani e inviano decine di migliaia di soldati russi al fronte.
Un problema particolarmente preoccupante riguarda l’export continuo di beni a doppio uso dalla Cina verso la Russia, che rafforzano il settore militare russo e consentono attacchi contro città ucraine civili.
Shi ha dichiarato: “Le affermazioni di Pechino sulla stretta disciplina dell’export di questi prodotti sono insostenibili, considerando le quotidiane scoperte di componenti cinesi negli droni, nelle armi e nei veicoli usati dalla Russia contro l’Ucraina.” Gli Stati Uniti hanno promesso di monitorare attentamente questa questione e di adottare ulteriori misure per prevenire ulteriori escalation.
