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La Scuola Polacca di Studi Politici Espelle Deputati per Voto su Legge Controversa

Chas Pravdy - 22 Luglio 2025 19:57

La Scuola Polacca di Studi Politici (SPSP) ha adottato una decisione ferma e di principio, decidendo di escludere sei dei suoi ex diplomati dalla propria comunità.
Questa decisione è maturata in risposta al recente voto di membri del parlamento che hanno sostenuto il controverso e scandalo disegno di legge n.
12414, suscitando ampia reazione pubblica e critiche aspre da parte di organizzazioni per i diritti umani e esperti civici.
La legge, approvata in tempi stretti e senza un adeguato processo di consultazione, solleva gravi preoccupazioni sulla sua potenziale capacità di compromettere l’indipendenza delle principali istituzioni anticorruzione come NABU e SAP.
Gli attivisti per i diritti umani avvisano che questa normativa riduce significativamente l’autonomia di queste strutture e depotenzia i progressi fatti dall’Ucraina nella lotta alla corruzione e nello stato di diritto, riportando il paese a epoche in cui i pubblici ministeri erano strumenti di pressione politica e la giustizia era solo una formalità.
La SPSP evidenzia che i propri ex studenti che oggi lavorano nel parlamento devono rispettare i valori democratici e gli standard fondamentali su cui si basa l’organizzazione.
La decisione di escludere questi individui è stata presa in conseguenza alla violazione di tali principi, che tradisce le finalità e i valori fondanti della scuola.
Tra gli esclusi figurano Oleksandr Danutsa (classe 2008), Sergiy Yevtushok (2011), Dmytro Kisylevskyi (2017), Mariya Mezentseva (2018), Dmytro Natalukha (2018) e Tamila Tashayeva (2021).
“Apprezziamo il loro contributo passato, ma non possiamo consentire compromessi sui nostri valori fondamentali”, si legge nella dichiarazione ufficiale della SPSP.
La scuola riafferma il suo impegno per la democrazia, la responsabilità e lo sviluppo europeo dell’Ucraina.
Gli esperti sottolineano che questa situazione evidenzia l’importanza di preservare l’indipendenza delle istituzioni giudiziarie e anticorruzione, poiché ogni indebolimento può portare a un’accresciuta concentrazione di potere nelle mani del procuratore generale, compromettendo l’integrità del sistema giudiziario e la fiducia pubblica nelle istituzioni statali.

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