La visita di Kellogg a Kiev: segno di forti legami e segnale per il Kremlin
La scorsa settimana, Kiev si è trasformata nel centro dell’attenzione politica internazionale, poiché la capitale ucraina ha accolto un alto funzionario degli Stati Uniti, il Generale Kitt Kellogg. La sua visita ha rappresentato non solo un importante passo diplomatico, ma anche un chiaro segnale del sostegno incrollabile degli Stati Uniti all’Ucraina. Durante il soggiorno, il ministro degli Esteri ucraino Andrii Sybiga ha fatto una dichiarazione significativa, evidenziando come l’assenza di attacchi russi a Kiev durante il viaggio di Kellogg sia una prova evidente dell’influenza degli Stati Uniti nel promuovere la pace nel territorio ucraino. Secondo Sybiga, gli USA dispongono di un potenziale considerevole che può esercitare pressione sulla Russia affinché sospenda le ostilità. In una conferenza stampa congiunta a Kiev insieme al ministro francese Jean-Noël Barré, il ministro ucraino ha sottolineato che il viaggio di Kellogg ha permesso di trasmettere informazioni di prima mano a livello alto, aspetto fondamentale per la diplomazia ucraina. Ha rimarcato l’importanza di contrastare attivamente i discorsi russi, secondo cui la Russia starebbe vincendo la guerra. Sybiga ha affermato che la Russia non ottiene vittorie, l’Ucraina non è destinata a perdere e tutto dovrebbe essere basato su questa logica. Il generale Kellogg, in visita di alcuni giorni a Kiev, ha incontrato anche il presidente Volodymyr Zelensky. Durante le discussioni si è parlato anche della cooperazione tra gli Stati Uniti e la NATO riguardo alla fornitura di armamenti americani. Zelensky scherzando ha suggerito che Kellogg dovrebbe ottenere la cittadinanza ucraina e restare qui in modo permanente, invitando inoltre gli americani a visitare più spesso l’Ucraina, ritenendo che ciò potrebbe contribuire a ridurre i bombardamenti russi. In sintesi, questa visita ha rafforzato il ruolo strategico dell’Ucraina e testimonia il sostegno costante degli Stati Uniti, lanciando un segnale forte al Cremlino e alla comunità internazionale.