La FIDE autorizza le donne russe a partecipare al Campionato mondiale a squadre 2025 in status neutrale
La Federazione Internazionale degli Scacchi (FIDE) ha assunto una decisione dirompente e molto discussa riguardo al ritorno delle rappresentanti russe nel panorama mondiale degli scacchi.
Secondo la nuova normativa, la squadra femminile russa potrà partecipare al Campionato mondiale a squadre del 2025, che si terrà in Spagna, ma esclusivamente in qualità di partecipante neutrale.
Ciò significa che le scacchiste russe potranno competere sotto la bandiera della FIDE, senza un’affiliazione ufficiale alla Russia, previo conferma di non avere pretese da parte del Comitato Olimpico Internazionale (CIO).
La decisione segue le raccomandazioni del CIO che prevedono la partecipazione neutrali di atleti e squadre di paesi soggetti a sanzioni.
La FIDE ha motivato la scelta paragonandola alle decisioni prese in sport acquatici, scherma e ginnastica, dove anche i atleti russi partecipano con il nulla osta neutrale.
È importante sottolineare che in passato, la federazione aveva già consentito la partecipazione di squadre giovanili e di atleti con disabilità russi a competizioni internazionali.
Tuttavia, questa scelta ha suscitato critiche e reazioni contrastanti, soprattutto alla luce delle tensioni politiche in atto con la Russia.
Dal 2018, la FIDE è guidata da Arkady Dvorkovich, ex vicepresidente del governo russo.
Le recenti modifiche alla politica dell’organizzazione, che hanno incluso la revoca di una sospensione di due anni e l’imposizione di una multa alla Federazione russa degli scacchi, hanno riacceso le discussioni sulla sua indipendenza e neutralità.
L’Ucraina aveva già promosso una causa contro la FIDE, accusando la federazione di collegamenti con persone sotto sanzioni e di aver organizzato tornei in territori occupati.
La controversia si è intensificata ulteriormente quando il presidente della FIDE ha stretto la mano a un combattente dei cosiddetti DNR, alimentando le critiche riguardo alla credibilità e alla neutralità dell’ente nel contesto internazionale.
