Massicce proteste anti-immigrazione in Polonia: una nuova ondata di tensione tra chiusure delle frontiere
Lo scorso sabato, decine di città in tutta la Polonia sono state teatro di manifestazioni e marce di vaste proporzioni organizzate da gruppi di estrema destra, con l’obiettivo di esprimere il proprio dissenso contro le politiche migratorie del governo. Sono state registrate oltre cento azioni pubbliche in tutto il paese, segno di un aumento delle tensioni sociali e di una crescente polarizzazione delle opinioni pubbliche. I slogan come “Fermate l’immigrazione” e “Proteggete la nazione polacca” sono stati i leitmotiv di questa ondata di proteste. I manifestanti chiedono misure più severe per chiudere i confini con paesi come Bielorussia, Ucraina, Lituania e Slovacchia, giustificando tali richieste con la necessità di combattere l’immigrazione illegale. È importante sottolineare che queste proteste si sono svolte contestualmente all’implementazione da parte della Polonia di controlli più stringenti sui confini con Germania e Lituania, entrati in vigore dal 7 luglio. Il confine polacco-tedesco ora conta 52 punti di controllo, mentre quello con la Lituania ne ha 13. Politicamente, la situazione si è aggravata dopo il secondo turno delle elezioni presidenziali di maggio, dove i candidati di estrema destra come Sławomir Mentzen e Grzegorz Braun hanno ottenuto rispettivamente il terzo e il quarto posto. La loro ferma posizione in materia di immigrazione e sicurezza ha riscosso ampio supporto tra alcuni segmenti della popolazione. Il governo polacco ha inoltre negoziato con vari paesi dell’UE un rafforzamento delle norme sull’asilo, suscitando reazioni contrastanti tra le istituzioni europee e l’opinione pubblica. In risposta all’aumento delle richieste di asilo dovuto alla crisi alla frontiera con la Bielorussia, iniziata nel 2021, il Parlamento polacco ha approvato leggi che temporaneamente sospendono il diritto di asilo per chi attraversa i confini bielorussi. Queste misure sono spesso viste come parte di una strategia di destabilizzazione attribuita al regime di Minsk. Nel frattempo, in città come Varsavia, Katowice e Olsztyn, sono svolte contro-manifestazioni di supporto ai migranti e ai diritti umani, con slogan come “Accogliere i rifugiati — Eliminare i fascisti”, “Agisci, democrazia” e “Difendiamo il diritto d’asilo”. Il Ministero degli Interni ha comunicato che nel 2024 il numero di permessi di protezione internazionale rilasciati agli stranieri è calato del 40% rispetto al 2021, grazie a procedure più efficienti e a controlli più severi ai confini. Dal giugno 2024, le nuove normative migratorie hanno ulteriormente reso difficile l’accesso degli stranieri all’istruzione superiore, al lavoro legale e ai visti, con l’obiettivo di rafforzare la sicurezza nazionale. Queste politiche hanno acceso un acceso dibattito all’interno della società polacca, ponendo sotto scrutinio il delicato equilibrio tra sicurezza e diritti umani.
