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Attivisti e opposizione in Georgia organizzano proteste contro le elezioni e l’infiltrazione russa

Chas Pravdy - 20 Luglio 2025 14:32

A Tbilisi si è svolta una massiccia manifestazione con lo slogan «No alle elezioni russe», organizzata da forze di opposizione, organizzazioni civili e attivisti, che hanno espresso il loro dissenso rispetto ai piani del partito al governo «Sogno Georgiano» di partecipare alle imminenti elezioni locali.
La protesta, svoltasi davanti al palazzo del parlamento, ha rappresentato un chiaro segnale di opposizione alle attuali dinamiche politiche del paese.
I partecipanti hanno espressamente richiesto il rilascio immediato degli attivisti arrestati durante le proteste pro-europee e dei politici d’opposizione che contestano l’attuale amministrazione.
Il loro obiettivo principale è demonizzare la partecipazione degli avversari del governo alle elezioni, che considerano parte di un'operazione speciale russa volta a destabilizzare la Georgia.
Levon Tsutskirilidze, leader del movimento «Piazza della Libertà», ha rimarcato che lo scenario e i risultati di queste elezioni sono già predeterminati, mirando a mantenere quello che definisce il regime distruttivo di Ivanishvili, che sarebbe sotto il controllo russo.
A fine giugno, otto partiti di opposizione georgiani hanno annunciato congiuntamente il boicottaggio delle elezioni locali di ottobre, sostenendo che la loro reale missione è smantellare completamente il regime russo, difendere la sovranità della Georgia e istituire un governo democratico conforme agli standard europei, con l’obiettivo di aderire all’UE e alla NATO.
Essi ritengono che la partecipazione al processo elettorale attuale legittimerebbe semplicemente il regime illegale di «Sogno Georgiano».
L’Unione Europea ha inviato a luglio una lettera ufficiale alla Georgia, chiedendo di ripristinare lo stato di diritto e di rivedere le severe condanne inflitte ai membri dell’opposizione entro il 31 agosto, altrimenti potrebbe sospendere il regime di esenzione dal visto per i cittadini georgiani.
Contestualmente, vari ministri degli Esteri europei, tra cui Kaja Kallas, hanno criticato pubblicamente le mosse anti-democratiche del governo georgiano, condannando i tentativi di minare i diritti fondamentali e le libertà civili e accusando le autorità di voler instaurare un regime autoritario.

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