Cosa sapere sulla cancellazione delle proroghe per la mobilitazione in Ucraina: aspetti legali e rischi di abusi
Con la continua mobilitazione generale e lo stato di guerra dichiarato in Ucraina, la questione delle proroghe per la leva è diventata di grande attualità.
Dal 1° novembre sono in vigore nuove regole per l’ottenimento di tale proroga, sollevando interrogativi sulla loro legalità e sui possibili abusi.
Secondo l’avvocato esperto Danylo Trysov, la cancellazione di una proroga può essere considerata legittima solo in determinate circostanze.
Ad esempio, se le condizioni che avevano giustificato l’ottenimento del prolungamento cessano di sussistere e il riservista non segnala tali cambiamenti all’ufficio di reclutamento (TCC), la revoca può essere ritenuta legittima.
Tuttavia, nella realtà si verificano frequenti casi di abusi da parte di funzionari dei centri di reclutamento, come la cancellazione ripetuta del prolungamento o la modifica illegittima dello stato di un individuo, violando così i suoi diritti.
Queste azioni costituirebbero abuso d’ufficio e potrebbero comportare conseguenze penali.
In presenza di comportamenti illeciti, è consigliabile rivolgersi immediatamente all’Ufficio investigativo statale per denunciare i responsabili.
Si riscontra anche il caso in cui una proroga venga ufficialmente concessa, ma i dati non siano inseriti nel Registro Unificato dei Reclutati, Riservisti e Ufficiali di Riserva (EDRPVR), a causa di negligenza o omissione deliberata da parte del personale del TCC.
Ciò mette a rischio di mobilitazione illegittima le persone che hanno diritto alla proroga.
È importante sottolineare che la responsabilità della registrazione spetta agli Uffici di Reclutamento, non ai cittadini.
In caso di decisioni illegittime o procedure irregolari, le persone dovrebbero rivolgersi a consulenti legali e impugnare le decisioni in tribunale.
Conoscere i propri diritti è essenziale per difendersi dagli abusi e dalle decisioni illegali durante il periodo di guerra.
