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La visione di Trump sulla politica mondiale: un approccio di forza alle crisi internazionali

Chas Pravdy - 01 Novembre 2025 19:30

L’ex presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, ha nuovamente espresso il suo punto di vista sulla sicurezza internazionale e sulla politica estera, proponendo una sua interpretazione della dottrina della ‘pace attraverso la forza’.

Secondo lui, affrontare i conflitti globali dovrebbe comportare misure più dure — minacce, bombardamenti e dimostrazioni di potenza.

Sebbene la storia debba ancora giudicare l’efficacia di questa strategia, i confronti con le politiche di Reagan evidenziano come tali metodi generino sempre discussioni e controversie.

Il rinomato storico e esperto di relazioni internazionali, Andrew Bush, ricorda che anche i leader mondiali più di successo incontrano scetticismo al loro ascenso: nel 1983, molti dubitavano delle capacità di Reagan di promuovere la pace, ma alla fine del suo mandato fu lodato per i passaggi decisivi verso la sicurezza globale.

Seguendo le orme di Reagan, Trump ha annunciato un aumento delle tariffe commerciali verso il Canada e ha suggerito possibili test nucleari, generando preoccupazioni a livello mondiale.

Tuttavia, la reazione della comunità internazionale si è dimostrata piuttosto contenuta, poiché le politiche di Trump spesso cambiano, e le sue dichiarazioni pubbliche sono state contraddittorie rispetto alle sue azioni.

I funzionari americani riconoscono che questi cambiamenti di rotta potrebbero sembrare contraddittori, ma credono che in realtà rafforzino l’influenza degli Stati Uniti, inducendo avversari e alleati a comportarsi con maggiore cautela.

La stabilità politica, basata sulla coerenza e prevedibilità, resta un elemento fondamentale per la fiducia internazionale e gli accordi basati su impegni concreti.

È inoltre emerso che Trump ha commesso un errore affermando sui social media che Reagan praticava tariffe doganali per motivi di sicurezza nazionale ed economici.

In realtà, Reagan era favorevole al libero commercio e aveva cercato di ridurre le barriere commerciali, anche se nel 1987 fece eccezioni per le importazioni di semiconduttori giapponesi, motivato da questioni economiche.

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