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I familiari di un riservista possono essere chiamati alle armi se uno di loro già serve nelle Forze armate dell’Ucraina?

Chas Pravdy - 31 Ottobre 2025 04:50

L’Ucraina è attualmente nel mezzo di una mobilitazione generale e ha dichiarato lo stato di guerra, il che comporta la chiamata alle armi dei riservisti, principalmente uomini che ricevono avvisi di leva.

Tuttavia, sorge il dubbio se sia possibile arruolare un fratello o un padre qualora un membro strettamente familiare sia già in servizio nelle Forze armate ucraine.

L’esperto legale militare Danilo Goncharenko, dello studio legale ‘Prykhoiko e partners’, spiega le implicazioni legali di questa situazione.

Secondo la normativa vigente in Ucraina, in particolare le leggi sulla ‘Mobilitazione’ e il ‘Servizio militare’, la presenza di familiari già in servizio non costituisce motivo valido per l’esenzione o il rinvio della leva.

Le regole di base sulla mobilitazione rimangono applicabili.

Inoltre, i membri della famiglia di militari deceduti o scomparsi durante il servizio possono ottenere un rinvio della chiamata se presentano la documentazione ufficiale e completano le pratiche presso i centri territoriali di reclutamento e assistenza sociale (TЦК).

In caso di morte di un familiare in zone di combattimento, la legge ucraina prevede che i parenti stretti di coloro che sono deceduti durante operazioni militari come ATO, OOS, o a causa dell’aggressione militare russa possano ricevere una proroga della mobilitazione.

Ciò riguarda i coniugi, i genitori, i figli e i fratelli dei militari o agenti delle forze dell’ordine che sono morti nel corso dell’adempimento del loro dovere.

Tuttavia, se il deceduto è un cugino di secondo grado, non si applica questa deroga.

È importante sottolineare che tali agevolazioni non sono automatiche, ma devono essere richieste formalmente mediante la presentazione dei documenti necessari alle autorità competenti.

La normativa specifica che il diritto alla proroga si estende a chi ha perso familiari diretti durante operazioni militari attive, sia in zone di combattimento, sia in aziende che supportano tali operazioni, o in formazioni volontarie integrate nelle Forze armate ucraine, specialmente dall’inizio della grande invasione russa del 2022.

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