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La Germania valuta la nazionalizzazione della filiale di Rosneft in risposta alle sanzioni statunitensi

Chas Pravdy - 29 Ottobre 2025 20:45

In Germania, il dibattito sulla possibile nazionalizzazione della filiale locale del colosso petrolifero russo Rosneft è riemerso in seguito alle recenti sanzioni imposte dagli Stati Uniti contro la compagnia energetica russa.

Secondo Reuters, citando due fonti informate, il governo tedesco sta valutando diverse opzioni, tra cui la confisca e la vendita degli asset dell’azienda.

Dettagli: Mercoledì, il Dipartimento del Tesoro statunitense ha emesso una licenza temporanea che esclude la filiale tedesca di Rosneft dalle sanzioni fino ad aprile 2026.

Pur mantenendo come priorità l’ottenimento di un’esenzione permanente dalle sanzioni, le autorità tedesche stanno considerando anche di confiscare il ramo e di venderlo a investitori stranieri.

La filiale tedesca controlla una quota di maggioranza nel raffinificio di Schwedt, che fornisce la maggior parte del carburante a Berlino.

La società detiene anche partecipazioni in altri due impianti di raffinazione: MiRo e Bayernoil.

Dal 2022, anno in cui la Russia ha lanciato l’offensiva su larga scala in Ucraina, questi attivi sono stati affidati a una gestione fiduciaria, dando al governo tedesco il controllo su di essi.

Tale gestione viene rinnovata ogni sei mesi, ma può essere contestata in tribunale, poiché ogni rinnovo verifica la legittimità di una misura inizialmente temporanea e straordinaria.

Finora Berlino ha evitato di procedere con la confisca diretta degli asset di Rosneft, temendo di dover affrontare pagamenti di compensazioni alla Russia.

Rosneft tenta di vendere questa attività dal marzo 2024, ma senza successo.

Mikhail Kellner, deputato dei Verdi al Bundestag, ha chiesto al governo di nazionalizzare questa impresa, evidenziando la sua importanza strategica per la Germania.

Secondo Kellner, la nazionalizzazione garantirebbe la continuità e la sicurezza dell’approvvigionamento energetico.

In passato, la Germania importava petrolio direttamente dalla Russia, ma ora si rifornisce in Kazakistan, pur rimanendo dipendente dal controllo russo sui gasdotti per il trasporto.

Contesto: a fine ottobre, l’amministrazione Trump ha imposto sanzioni contro Rosneft e Lukoil, aggravando ulteriormente la situazione per le aziende russe in Europa.

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