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Pratiche di mobilitazione militare incontrollate in Crimea occupata: il ritorno dei «demobilizzati» e le loro conseguenze

Chas Pravdy - 28 Ottobre 2025 19:16

Le recenti relazioni provenienti dalla Crimea occupata evidenziano una tendenza preoccupante: le autorità di occupazione stanno reintegrando attivamente soldati recentemente congedati nel servizio militare.

Questa pratica, non ufficiale ma sempre più diffusa, prevede il richiamo di militari già al termine del servizio, in particolare quelli che rifiutano di firmare contratti o preferiscono ritirarsi.

Queste misure mirano a mantenere la prontezza combattiva delle unità, anche se violano i diritti dei militari.

Secondo rappresentanti dell’ufficio del presidente ucraino in Crimea, si verificano incidenti in diverse unità, in particolare nelle forze di difesa aerea, dove i comandanti insistono sulla riammissione di militari esperti che rifiutano di firmare un contratto.

Gli attivisti per i diritti umani avvertono che tali pratiche potrebbero diventare sistematiche, mettendo in discussione la loro legalità e morale.

Gli esperti internazionali sottolineano che tali azioni violano il diritto internazionale, in particolare l’articolo 51 della Quarta Convenzione di Ginevra, che vieta a una potenza occupante di costringere la popolazione locale a far parte delle proprie forze armate.

Al momento, non ci sono commenti ufficiali dalle autorità russe, ma la situazione suscita serie preoccupazioni riguardo alla loro legittimità.

Dall’inizio dell’anno, la Crimea ha già vissuto la sua 22ª ondata di mobilitazione, accompagnata dalla creazione di un registro militare unificato, che consente di raccogliere dati sui potenziali arruolati attraverso istituzioni pubbliche e datori di lavoro.

Molti uomini cercano di evitare la mobilitazione cambiando residenza o rifiutando l’impiego ufficiale.

Il ministero degli Esteri ucraino condanna fermamente queste pratiche come gravi violazioni del diritto internazionale e dei diritti umani.

Centinaia di migliaia di civili addestrati e con esperienza militare sono già in Ucraina, e l’intensificazione delle misure di mobilitazione rischia di aggravare ulteriormente la situazione.

Gli analisti si chiedono: quando i TЦК agiscono come organi legittimi di reclutamento e quando oltrepassano i limiti della repressione? Per approfondimenti, si consiglia l’articolo di Viktor Konev, «Mobilitazione o repressione: dove tracciare il confine?».

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