Valutazione della migrazione lavorativa e delle sfide socio-economiche nel Donbas occupato
Secondo le stime dei servizi di intelligence ucraini e degli esperti militari, circa 900.000 persone hanno lasciato le aree occupate del Donbas in cerca di rifugio in altre regioni dell’Ucraina.
Questi dati sono forniti dal Dipartimento principale dell’intelligence del Ministero della Difesa ucraino, che sottolinea come la migrazione lavorativa rappresenti un elemento chiave della situazione socio-economica di queste zone.
I residenti locali, interpellati da ZN.UA, evidenziano che le autorità di occupazione concentrano la loro attenzione principalmente su obiettivi strategici militari — in particolare sulle città situate lungo le linee ferroviarie lungo la costa del Mar d’Azov, che collegano la Russia con la Crimea temporaneamente annessa.
Tra queste città ci sono Volnovakha, Mariupol, Skadovsk, Luhansk e Berdyansk, tutte fondamentali per la logistica delle forze di occupazione.
Nel frattempo, i residenti osservano che, a causa del conflitto e del collasso economico, molti evitano la mobilitazione, poiché la leva obbligatoria è rimasta in vigore nelle aree occupate dal 2022 e prosegue ancora oggi.
Il giornalista militare Yevhen Shibalov sottolinea l’aumento rapido dei prezzi degli immobili in queste zone occupate — in alcuni casi superiore al 50 % rispetto al mercato russo — imposto dalle decisioni dell’amministrazione d’occupazione di confiscare le case di chi è considerato uno “spia ucraina” o un “traditore della patria”.
Questa situazione porta molti a cercare di trarre profitto dalla crisi vendendo le proprietà, temendo di perdere le case senza ricevere compensi.
Secondo le informazioni dell’intelligence ucraina, più di tre mila piccole e medie imprese sono state completamente chiuse a causa dei combattimenti, e meno del 30 % della popolazione nelle regioni di Luhansk e Donetsk ha accesso a un’occupazione stabile.
Queste difficoltà economiche aumentano il tasso di disoccupazione e di povertà, accentuando le tensioni sociali nelle zone occupate, dove la vita per molti residenti diventa sempre più difficile di giorno in giorno.
