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Morte tragica di un recluta a Kiev: il dissenso tra versione ufficiale e famiglia si intensifica

Chas Pravdy - 25 Ottobre 2025 02:27

Una tragedia si è consumata a Kiev, in Ucraina, sollevando molte domande sul trattamento dei militari e sui possibili abusi all’interno del sistema di mobilitazione.

La morte di un riservista di 43 anni, avvenuta presso un punto di smistamento della città, è diventata non solo una tragedia personale, ma anche un tema caldo di discussione tra le autorità ufficiali e i familiari del defunto.

La difensora militare ucraina, Olga Reshetilova, ha pedidoso un’indagine approfondita e imparziale sulle circostanze della morte.

Ha sottolineato di ricevere numerose richieste dal pubblico relative a questo caso.

Ha evidenziato che, al momento dell’incidente, l’uomo era già assegnato a una delle unità delle Forze armate ucraine, e tutte le circostanze devono essere esaminate accuratamente, in special modo per quanto riguarda le azioni delle forze dell’ordine, dei medici e delle autorità militari coinvolte.

Le autorità hanno già stabilito contatti con le forze dell’ordine e sperano in esiti rapidi ed obiettivi.

Tuttavia, l’avvocato della famiglia, Oleksandr Protas, mette in discussione la versione ufficiale, affermando che i documenti medici evidenziano una frattura cranica e un trauma cerebrale, segni di un forte colpo subito.

Attualmente, la polizia sta conducendo un’indagine preliminare nel quartiere di Podil a Kiev.

Si invitano testimoni o persone con informazioni rilevanti a comunicarle in modo confidenziale per chiarire i fatti e garantire un’indagine giusta.

Questo tragico evento mette in evidenza le problematiche sistemiche nei processi di mobilitazione militare e sottolinea la necessità di una maggiore trasparenza e supervisione nelle operazioni delle forze armate ucraine.

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