L’escalation della guerra russa: riservisti mobilitati per proteggere le raffinerie in risposta agli attacchi ucraini
Negli ultimi mesi, la situazione sui fronti meridionali e orientali della Russia si è notevolmente aggravata a causa dell’aumento degli attacchi di droni ucraini.
Rapporti ufficiali da Mosca confermano che il Cremlino si vede costretto a dispiegare un esercito di riserva in espansione per salvaguardare le infrastrutture critiche del paese.
Alto ufficiali militari hanno annunciato piani per mobilitare riservisti aggiuntivi, specificamente per la protezione delle raffinerie di petrolio, dato che gli attacchi all’interno del territorio russo sono aumentati considerevolmente.
Intanto, la Russia sta incrementando la sua armata regolare fino a 1,5 milioni di soldati, con circa due milioni di riservisti che hanno firmato contratti ma non sono in servizio attivo, rimasti in riserva.
Questa distribuzione delle forze indica uno sforzo strategico volto a rafforzare le capacità sul fronte.
In risposta, i droni ucraini colpiscono sistematicamente gli impianti russi, oltre un terzo dei quali ha smesso di funzionare.
Mosca si trova ora a dover importare benzina — che prima esportava — mettendo a rischio la sua sicurezza energetica.
L’esperto Oleg Sarkits, nel suo articolo, spiega come l’Ucraina abbia trasformato i droni nella arma economica più efficace della guerra, disintegrando tatticamente l’infrastruttura energetica russa.
