Attacchi chimici russi in Ucraina: svelate le violazioni sistematiche a livello internazionale
La Federazione Russa continua a violare sistematicamente il diritto internazionale, in particolare la Convenzione sulle armi chimiche, impiegando attivamente munizioni tossiche sul fronte ucraino.
Durante una riunione del Consiglio permanente dell’OSCE a Vienna, l’Ucraina ha presentato prove dettagliate di quasi 11.000 casi di utilizzo di armi chimiche da parte dell’aggressore.
Questi attacchi hanno provocato l’intossicazione di oltre duemila soldati ucraini, evidenziando uno schema sistematico che rappresenta una minaccia non solo per l’Ucraina ma anche per la sicurezza globale.
La delegazione ucraina ha sottolineato che tali azioni violano palesemente le norme internazionali e minano gli sforzi della comunità mondiale nel controllo delle armi.
I partecipanti hanno condannato gli ipocriti doppi standard della Russia, che, pur dichiarandosi pacifista, continua a bombardare infrastrutture civili e a usare agenti chimici nei teatri di guerra.
Inoltre, gli esperti ucraini avvertono dell’aumento della presenza di sostanze tossiche nell’ambiente, nell’acqua, nel cibo e nel sangue umano, rappresentando un pericolo supplementare a livello mondiale.
Si sospetta che siano stati usati agenti chimici direttamente nel conflitto: dall’inizio dell’anno, in provincia di Cernăuți, sono state esaminate oltre 500 salme di soldati ucraini con segni di avvelenamento, molte delle quali sono morte a causa di ferite da esplosione, mentre alcune non presentavano danni visibili, suggerendo un possibile impiego di sostanze tossiche da parte della Russia.
