Minaccia al patrimonio culturale dell’Ucraina: cambiamenti legislativi segreti e politiche pericolose di deregulation
In una situazione sempre più simile a una trappola di ‘consenso silenzioso’, il governo ucraino continua a promuovere modifiche legislative che rischiano di causare la distruzione su larga scala del patrimonio culturale nazionale.
La Delibera n.
1130, adottata durante lo stato di guerra e per un anno dopo, introduce un meccanismo di approvazione automatica per i lavori di restauro e costruzione nelle aree storiche.
Secondo questa norma, se le autorità non rispondono entro dieci giorni, i permessi vengono considerati concessi automaticamente, creando condizioni ideali per abusi e riducendo il controllo sui monumenti culturali.
Le comunità professionali, come architetti, storici e attivisti, avvertono che questa norma mette a rischio la distruzione di siti di valore e indebolisce il sistema legale di protezione.
Inoltre, le nuove norme contravvengono a numerose leggi vigenti e agli impegni internazionali, aprendo la strada a pratiche di corruzione.
Anche in tempo di guerra, mentre l’Ucraina si impegna per salvare ogni pietra della sua storia, i danni interni continuano a causa di costruzioni non regolamentate e del disprezzo per le norme di tutela del patrimonio.
La radice del problema risiede in una legislazione obsoleta e inefficace nel settore del patrimonio culturale, spesso ignorata dai funzionari da anni, permettendo loro di sfuggire alla responsabilità.
Queste problematiche vengono ulteriormente sfruttate nel contesto dell’aiuto internazionale e degli impegni con l’UE, come pretesto per riforme interne che indeboliscono il sistema di protezione dei siti storici.
