L’hockey in Lettonia diventa scena di conflitto a causa di questioni linguistiche durante una partita
Un episodio intenso e imprevedibile si è verificato durante una partita amatoriale di hockey in Lettonia, attirando l’attenzione pubblica per le sue implicazioni politiche ed emotive.
Giocatori e allenatori delle squadre «Prieksdiene» e «Kekava» sono finiti al centro di un conflitto scatenato da tensioni linguistiche e politiche.
L’incidente si è verificato quando uno degli allenatori avversari, Matiss Ribskenkis, ha fatto un commento provocatorio, esortando un giocatore di «Prieksdiene» a lasciare il ghiaccio a causa della sua appartenenza linguistica russa.
Questa dichiarazione ha suscitato frustrazione e rabbia nel giocatore, Denis Benke, il quale ha affermato di essere cittadino lettone, di pagare le tasse in Lettonia e di avere radici ucraine — sua madre è originaria di Horlivka.
Benke ha rimarcato di essere etnicamente russo e di parlare russo, ma questo non dovrebbe essere motivo di discriminazione o insulti.
In conseguenza del conflitto, alcuni giocatori sono stati squalificati fino alla fine della stagione.
È inoltre importante notare che, dopo l’invasione su larga scala della Russia in Ucraina, la International Ice Hockey Federation (IIHF) ha deciso di escludere Russia e Bielorussia dalle competizioni internazionali.
Inoltre, un ex allenatore della nazionale ucraina di hockey è stato nominato capo allenatore di un club russo, suscitando ulteriori discussioni all’interno dei circoli sportivi e politici della regione.
