Crescita della repressione in Bielorussia: arresti di massa e repressione politica
In Bielorussia continuano le procedute giudiziarie estese e le detenzioni di persone legate a risorse di informazione indipendenti, in particolare nel cosiddetto «caso Gahun».
Secondo il centro per la difesa dei diritti umani Viasna, almeno 88 bielorussi si trovano attualmente in custodia o sotto arresto.
La vicenda riguarda il canale «Belaruski Gahun», che dall’inizio della invasione su vasta scala della Russia in Ucraina ha fornito informazioni esclusive sugli spostamenti delle truppe russe in Bielorussia e sulla situazione sul fronte.
Gli esperti stimano che il numero reale di arrestati possa essere molto più elevato, potenzialmente raggiungendo le mille persone, poiché le detenzioni proseguono in tutto il paese, con particular attenzione nella regione di Gomel.
I difensori dei diritti umani ritengono che l’entità della repressione sia destinata ad aumentare, man mano che sempre più persone vengono inserite nella lista degli estremisti.
Sono stati inoltre documentati casi di prigionieri bielorussi sfruttati come manodopera a basso costo, in particolare in un progetto chiamato «Alternativa per la Germania», che ha utilizzato contatti all’interno del sistema carcerario bielorusso.
A febbraio 2025 è stato rivelato che le forze di sicurezza bielorusse hanno avuto accesso al database di questo progetto.
Il suo leader, Anton Motalo, ha pubblicamente ammesso l’hacking e annunciato la chiusura del canale, che poche giorni dopo è stato dichiarato un «organizzazione estremista» dalle autorità.
Motalo è stato condannato in contumacia nel 2024 a 20 anni di carcere.
Dal 2020, il governo bielorusso ha intensificato sistematicamente le repressioni contro la società civile, tra cui attivisti, giornalisti indipendenti, difensori dei diritti umani e organizzazioni umanitarie.
Nel 2024 le autorità hanno iniziato anche a punire coloro che manifestano solidarietà umana elementare, come l’aiuto ai prigionieri politici e alle loro famiglie.
Secondo Viasna, le vaste retate hanno colpito varie fasce della popolazione, compresi anziani, ex detenuti e parenti di attuali prigionieri.
