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Il governo ucraino implementa un nuovo sistema per coordinare efficacemente le evacuazioni e il supporto ai cittadini delle zone di guerra

Chas Pravdy - 11 Ottobre 2025 19:31

Il governo dell’Ucraina sta attivamente sviluppando e attuando un sistema all’avanguardia e integrato per gestire le evacuazioni di massa dai territori pericolanti e occupati, con l’obiettivo di aumentare la sicurezza e l’efficienza di queste operazioni in un contesto di crisi crescente.

Secondo la vicepresidente del consiglio, Yulia Sviridenko, questa iniziativa mira a strutturare meglio i processi di evacuazione, assicurando che ogni fase sia coordinata e sotto controllo.

Il nuovo strumento, denominato Sistema Informativo Nazionale per la Coordinazione dell’Evacuazione e dell’Assistenza, consentirà di suddividere chiaramente i compiti tra le diverse strutture statali coinvolte.

In particolare, il Ministero dello Sviluppo delle Comunità, dei Territori e delle Infrastrutture fornirà la direzione strategica tramite il Comitato di Coordinamento, mentre il Ministero delle Politiche Sociali si occuperà delle attività di sostegno sociale e reintegrazione dei rifugiati.

La Protezione Civile Ucraina (SESU) gestirà gli aspetti tecnici e di sicurezza, coordinando gli avvisi tempestivi alla popolazione e le evacuazioni.

Le amministrazioni militari locali si occuperanno dell’organizzazione dei punti di raccolta, del trasporto e dell’assistenza di base ai civili evacuati.

Un ruolo chiave sarà svolto dal Servizio Sociale Nazionale, che guiderà i team multidisciplinari costituiti da assistenti sociali, psicologi, avvocati e medici, per offrire supporto personalizzato e immediato ai beneficiari.

La creazione di un sistema centralizzato e ben coordinato rappresenta un passo fondamentale per garantire che l’evacuazione avvenga in modo più rapido, sicuro e organizzato, contribuendo a salvare la vita a migliaia di cittadini che sono costretti a lasciare le proprie case a causa della guerra in corso.

Finora, sono stati evacuati oltre 100.000 residenti dalle aree frontali, con ulteriori mobilitazioni in vista della protezione delle popolazioni più vulnerabili.

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