Turchia si riconverte su fonti energetiche alternative a causa delle pressioni delle sanzioni sulla Russia
Negli ultimi mesi, la Turchia ha adottato nuove strategie di approvvigionamento petrolifero in risposta alle sanzioni e restrizioni imposte alle compagnie petrolifere russe, come ‘Rosneft’ e ‘Lukoil’.
Secondo Bloomberg, le raffinerie turche stanno attivamente cercando fornitori alternativi, poiché le limitazioni commerciali hanno portato a una riduzione degli acquisti di greggio russo, con un ricorso crescente a paesi come Iraq, Libia, Arabia Saudita e Kazakistan.
Questa mossa si inserisce nel quadro del controllo delle liste di sanzioni statunitensi, che hanno incluso queste aziende russe, complicando le importazioni per società turche come Turkiye Petrol Rafineleri AS e Star Rafineri AS, di proprietà di Socar Azerbaijan.
La Turchia, che è il terzo più grande importatore mondiale di petrolio russo, cerca di mantenere un equilibrio delicato, senza rinunciare completamente all’importazione di greggio russo.
La diversificazione energetica si concentra anche sulla ricerca di petrolio con caratteristiche fisiche e densità simili a quelle del crude russo Urals.
Attualmente, non si può ancora stimare con precisione la misura della riduzione degli acquisti, poiché i trader monitorano l’attività dei vesselli tramite i sistemi di tracciamento dei tankers.
Nel frattempo, gli Stati Uniti mirano a indebolire le capacità militari di Mosca attraverso nuove sanzioni, come riportato dal Financial Times.
Gli analisti sono ancora in fase di valutazione sugli effetti delle sanzioni sul mercato globale del petrolio, con un interesse prudente da parte dell’India e una certa reticenza dalla Cina.
Inoltre, la Turchia sta intensificando le operazioni di intelligence in Libia attraverso la compagnia statale TPAO, che potrebbe diventare un fornitore importante accanto a Iraq e Kazakistan.
Altri paesi dell’Africa e dell’America del Sud potrebbero aumentare le loro esportazioni verso la Turchia.
Per ora, non ci sono prove di un calo significativo delle forniture di petrolio russo, poiché le esportazioni di Urals verso la Turchia sono rimaste stabili o sono aumentate a ottobre, secondo i dati sulle grandi navi petroliere.
Gli acquirenti hanno tempo fino al 21 novembre per completare gli acquisti senza violare le sanzioni statunitensi, mantenendo alta l’incertezza di mercato, che potrebbe influenzare i prezzi e la stabilità nella regione.
