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I primi 100 giorni del governo Sviridenko: stabilizzazione, ma senza una svolta strategica

Chas Pravdy - 30 Ottobre 2025 20:59

Nei primi cento giorni di governo guidato da Yulia Sviridenko si sono registrati numerosi sviluppi positivi, fondamentali per la stabilizzazione dell’economia ucraina.

In collaborazione con la Banca Nazionale e i partner internazionali, il team è riuscito a mantenere una relativa stabilità della hryvnia e a controllare l’inflazione, ottenendo obiettivi chiave in un contesto di crisi.

Sono stati rispettati gli obiettivi principali del budget senza interrompere le spese sociali e di difesa, rafforzando la fiducia di creditori interni ed esteri.

L’assistenza esterna, che supera i 13 miliardi di dollari provenienti dall’UE, dagli Stati Uniti e dal FMI, contribuisce a rafforzare la stabilità finanziaria del paese.

Inoltre, il governo ha avviato nuove iniziative per sviluppare il settore della difesa, tra cui la politica di cluster e l’aumento di produttori privati di tecnologia militare, nonché la produzione congiunta di armi con paesi NATO.

Sono state implementate soluzioni digitali come il sistema “Impulso” per migliorare la trasparenza e l’efficienza nella gestione delle risorse di mobilitazione.

A livello internazionale, la fiducia degli donatori rimane elevata, e sono stati firmati memorandum per garantire le garanzie agli investitori nell’ambito di Ukraine Facility.

Tuttavia, l’economista Bohdan Danylyshyn sottolinea che i primi 100 giorni mostrano anche problemi irrisolti e rischi che potrebbero ostacolare una stabilizzazione e uno sviluppo duraturi.

Mancano ancora una strategia economica integrata che tenga conto delle priorità di mobilitazione, di un equilibrio tra produzione militare e civile e di programmi di sostituzione delle importazioni.

Le decisioni finora adottate sono prevalentemente tattiche, senza un centro strategico di coordinamento.

La dipendenza dall’assistenza esterna — fino al 70% delle spese pubbliche — rappresenta un rischio in caso di ritardi o riduzioni del supporto internazionale.

Non è stato elaborato un piano per sostituire questa assistenza con entrate interne tramite indebitamento, investimenti o imposte.

Le riforme nel settore giudiziario, fiscale e doganale rimangono bloccate, ostacolando gli investimenti.

La politica di spesa privilegia le prestazioni sociali piuttosto che incentivare la produzione; i programmi di sovvenzioni per le piccole imprese sono spesso populisti e non generano posti di lavoro duraturi.

La coordinazione amministrativa tra i ministeri è debole e manca una chiara struttura decisionale.

Sebbene i primi mesi abbiano mostrato una certa stabilità economica, sono necessarie riforme profonde e un approccio strategico per stimolare la crescita e il recupero economico.

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