Il FMI spinge l’Ucraina verso la svalutazione della valuta tra pressioni economiche
Il Fondo Monetario Internazionale (FMI) manifesta chiaramente la sua intenzione di influenzare le politiche valutarie dell’Ucraina, richiedendo la svalutazione della hryvnia a causa delle pressioni economiche continue.
Secondo la rinomata agenzia Bloomberg, che cita fonti del settore finanziario, la Banca Nazionale dell’Ucraina (NBU) sta subendo una crescente pressione da parte degli stakeholder internazionali affinché abbassi il valore della moneta nazionale.
L’articolo sottolinea che questa misura viene considerata necessaria nel contesto dell’aggressione russa, che sta esaurendo le risorse del paese, ma al contempo solleva preoccupazioni sui potenziali effetti negativi sulla stabilità economica e sul tessuto sociale.
La svalutazione potrebbe provocare un’impennata inflazionistica, mettendo a rischio il cuscino finanziario di famiglie e imprese ucraine.
Politicamente, questa mossa comporta rischi per Kiev: la stanchezza della popolazione, che cresce a causa del conflitto duraturo con la Russia, potrebbe ostacolare o impedire una decisione di svalutazione.
Secondo fonti anonime interne alla NBU, la dirigenza della banca si oppone già all’idea, citando i rischi di inflazione e il crescente malcontento sociale.
Sebbene questa misura sembri improbabile nel breve termine, rimane un fattore cruciale che potrebbe influenzare le future politiche finanziarie del paese.
È fondamentale riconoscere che la stabilità economica dell’Ucraina dipende in larga misura dal sostegno internazionale, in particolare dai fondi del FMI, indispensabili per attuare riforme di vasta portata e garantire sicurezza finanziaria.
Le negoziazioni in corso con i rappresentanti del FMI indicano la volontà di Kiev di discutere di nuovi programmi di prestito, essenziali per lo sviluppo economico del paese.
In passato, il FMI aveva previsto una crescita del PIL reale del 2,0% nel 2025, aperta a una graduale stabilizzazione economica grazie all’aiuto internazionale.
