L’amministratore delegato di Raiffeisen: l’uscita dalla Russia dipende da fattori esterni e da processi internazionali complessi

La banca austriaca Raiffeisen Bank International AG (RBI) ha confermato ufficialmente la volontà di abbandonare il mercato russo, ma ha anche ammesso che la decisione finale non è esclusivamente nelle sue mani.
Lo ha dichiarato il CEO Johann Strobl durante un intervento a Vienna, evidenziando come numerosi fattori esterni rendano il processo di uscita molto più complicato di quanto si possa pensare.
Secondo lui, il processo di disinvestimento dalla Russia è intricato e coinvolge molte autorità regolatorie e attori internazionali, e di conseguenza la decisione definitiva dipende da condizioni esterne che vanno oltre il controllo diretto dell’azienda.
Strobl ha sottolineato che Raiffeisen ha già ridotto significativamente le sue attività in Russia — più di quanto richiesto dalla Banca Centrale Europea — ma non è ancora riuscita a trovare un acquirente che soddisfi sia le esigenze di Mosca sia le richieste dei regolatori occidentali.
La situazione politica e le restrizioni legali complicano ulteriormente il processo di uscita.
Nonostante queste difficoltà, Raiffeisen continua a operare in Ucraina, dove rappresenta uno dei principali istituti stranieri e svolge un ruolo cruciale nel finanziamento del settore agricolo.
Il CEO ha dichiarato che in futuro la strategia della banca si concentrerà sul rafforzamento della presenza e sull’aumento della redditività nei principali mercati dell’Europa dell’Est.
Ricordiamo che a settembre 2024, un tribunale russo ha congelato le azioni della filiale russa di RBI, complicando la vendita dello stesso attivo.
Tuttavia, Reuters riferisce che ad agosto 2025 è stata presa una decisione giudiziaria che permette la vendita di questo bene, anche se rimangono ancora molte incertezze legali.