I segreti dei canali marziani e il mistero del ghiaccio secco: nuove scoperte dalla ricerca sul Pianeta Rosso
Studi recenti indicano che le bizzarre e sinuose strutture osservate recentemente da orbiter su Marte non sono il risultato di acqua o organismi viventi, ma piuttosto di processi legati al ghiaccio secco, ovvero al diossido di carbonio solido.
Ricercatori dell’Università di Utrecht nei Paesi Bassi hanno condotto esperimenti in una camera speciale che simulava le condizioni del pianeta rosso, caratterizzate da bassa pressione e temperature estremamente fredde.
Sono stati osservati blocchi di ghiaccio secco, cioè di CO₂ solido, che durante il riscaldamento sublimavano, ovvero passavano direttamente allo stato gassoso, generando pressione sottostante.
Col tempo, questa pressione causava la rottura del ghiaccio e la formazione di strette trincee e piccoli argini, simili ai canyon martiani visti dall’orbita.
Questi esperimenti dimostrano che il movimento di gas ad alta pressione può spostare la sabbia e creare nuovi canali, confermando che tali strutture non sono legate all’acqua.
Questi risultati aiutano gli scienziati a comprendere come Marte continui a evolversi anche oggi, senza la presenza di pioggia o fiumi.
Le variazioni stagionali di temperatura potrebbero attivare temporaneamente gli strati di ghiaccio secco, modellando nuove caratteristiche superficiali ogni primavera.
Le evidenze suggeriscono che sotto lo spesso strato di ghiaccio vicino all’equatore ci siano ancora segreti sul passato climatico e vulcanico del pianeta, nascosti da miliardi di anni.
In generale, questi studi mostrano che i processi attivi oggi sono guidati principalmente dalla sublimazione del ghiaccio secco, senza la necessità di acqua liquida.
L’analisi del movimento del ghiaccio secco permette di approfondire la conoscenza della geologia marziana e solleva importanti interrogativi sulla presenza di riserve di ghiaccio nascoste, che potrebbero contenere tracce di forme di vita antiche.
