Grande ritorno di pinguini alla stazione Vernadsky in Ucraina dopo mesi di migrazione
Un fenomeno naturale di notevole rilevanza si è verificato presso la stazione ucraina in Antartide «Vernadsky»: la presenza di una grande colonia di pinguini è tornata sulla scena.
Secondo i dati del Centro Scientifico Nazionale Antartico, a ottobre sull’isola Haldane si trovano quasi 7.000 uccelli, rappresentando la maggiore concentrazione registrata nell’ultimo anno.
La stabilità della presenza dei pinguini, dopo mesi di oscillazioni, indica che la loro popolazione si sta riprendendo e i processi naturali nella regione stanno riprendendo vigore.
I biologi dell’expedition hanno osservato che i primi puntamenti massicci sono iniziati già ad agosto, ma a causa del congelamento delle acque, parte della colonia ha temporaneamente lasciato l’isola.
Talvolta, col tempo, il numero di pinguini è aumentato, raggiungendo circa sette mila in ottobre.
Questo dato suscita grande interesse tra i ricercatori, poiché riguarda la conservazione e il recupero della fauna selvatica nelle dure condizioni dell’Antartide.
È stato osservato che circa 4.000 pinguini si sono stabiliti all’estremità più lontana dell’isola Haldane, mentre altri sono distribuiti lungo la costa tra il Capo Pinguino e l’edificio della stazione.
L’isola Haldane, estesa circa un chilometro quadrato, ha una densità di circa 7.000 uccelli per km².
Oltre all’afflusso di uccelli, gli studiosi rilevano l’inizio della stagione riproduttiva, quando i pinguini formano coppie, costruiscono nidi e competono per i migliori luoghi di accoppiamento.
Molti dei nidi sono ancora coperti di neve, e gli uccelli, in modo divertente, scava con il becco tra la neve alla ricerca di ciottoli da usare come materiale nidificatorio.
Gli scienziati hanno anche notato che le grandi colonie di pinguini influenzano il clima locale; attraverso i propri escrementi rilasciano grandi quantità di ammoniaca, che crea nubi di gas in grado di trattenere il calore solare, sebbene questo possa rallentare i processi di riscaldamento globale nella regione.
Questi ritrovamenti evidenziano l’importanza di proteggere tali colonie naturali in uno degli ecosistemi più delicati dell’Antartide.
