Le tattiche repressive russe contro i bambini ucraini nelle aree occupate

Chas Pravdy - 03 Ottobre 2025 17:38

Secondo il Centro per la Contrasto alla Disinformazione (CCD), la Russia applica sistematicamente misure repressive contro i bambini e i giovani ucraini che vivono nelle aree temporaneamente occupate dall’Ucraina.

Con questa politica, il Cremlino utilizza la legislazione anti-estremismo come strumento per sopprimere qualsiasi manifestazione di identità ucraina tra le generazioni più giovani.

Gli analisti del Centro di Educazione Civica «Almenda» riferiscono che, sotto il pretesto di combattere l’estremismo, le autorità russe stanno attuando politiche di assimilazione e controllo in queste regioni.

Un’attenzione particolare viene rivolta agli studenti e ai teenager, i quali rischiano di essere denunciati se mostrano segni di cultura ucraina, come pubblicazioni sui social network, uso di simboli ucraini o ascolto di musica del paese, considerati come «estremismo» o «comportamento distruttivo».

Queste misure rappresentano una minaccia grave per la conservazione dell’identità ucraina durante l’occupazione.

Sono stati inoltre registrati casi di multe, scuse pubbliche forzate e pressioni sulle famiglie.

Pratiche particolarmente pericolose sono gli invii di minori a trattamenti psichiatrici forzati.

Solo nella regione occupata di Donetsk, 161 bambini sono stati perseguiti penalmente, di cui 48 sono stati internati in strutture psichiatriche.

Il CCD sottolinea che la Russia utilizza normative anti-estremismo per eliminare la cultura ucraina nelle aree occupate e imporre un’«identità russa» tra i giovani.

In precedenza, si era segnalato un aumento della militarizzazione di bambini e giovani, con l’organizzazione giovanile «Dvizhenie Pervykh» che mira ad aumentare i membri da 12,5 milioni a 18 milioni, educandoli con un senso di odio verso l’Ucraina.

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