Spunto a destra: il Regno Unito sceglierà una strada populista simile a quella di Trump?

Alla fine di settembre, YouGov, una delle principali società di sondaggi sociali nel Regno Unito, ha condotto un’indagine dettagliata che è immediatamente diventata la principale notizia politica nel paese e ha attirato l’attenzione di tutto il mondo.
Lo studio ha simulato diversi scenari possibili riguardo ai futuri voti parlamentari, mostrando risultati che si discostano notevolmente dalla realtà attuale.
Secondo il modello, se oggi si tenessero le elezioni, il partito di estrema destra Reform UK potrebbe risultare vincitore, ottenendo tra 270 e 340 seggi alla Camera dei Comuni.
Per fare un paragone, questa Camera conta 650 parlamentari, e tali numeri potrebbero garantire al partito una maggioranza assoluta.
La popolarità di questa forza politica non è una novità: da fine lo scorso anno, il supporto è in crescita costante e attualmente si attesta tra il 25% e il 30%.
Nella stessa indagine di YouGov, il supporto era del 27%.
Tuttavia, livelli elevati di sostegno non assicurano automaticamente una vittoria elettorale, poiché il sistema britannico si basa sulla scheda uninominale maggioritaria: chi ottiene più voti in un collegio vince il seggio.
Esempi passati hanno dimostrato che, sebbene Reform UK abbia ottenuto circa il 15% dei voti a livello nazionale, ha conquistato soltanto cinque seggi su 650 – meno dell’1%.
La particolarità di questa nuova indagine è che prevede la distribuzione dei seggi in ogni collegio, offrendo così un quadro più realistico e preciso sui risultati attesi.
La metodologia si basa su un campione di oltre 13.000 intervistati distribuiti sull’intera nazione, considerando vari aspetti demografici, sociali ed etnici, il che permette di simulare più fedelmente le preferenze di voto.
Altre cinque recenti ricerche condotte durante l’estate con metodologie simili confermano che Reform UK potrebbe ottenere tra 270 e 370 seggi, anche se senza la garanzia di una vittoria netta.
Tuttavia, l’eccesso di entusiasmo e di previsioni riguardo a questa possibile ascesa dei populisti di destra è decisamente sovrastimato rispetto alle reali possibilità di successo in tempi brevi.
La maggior parte delle previsioni indica che solo circa il 5% dei seggi in gioco potrebbe essere effettivamente conquistato dai populisti, e che il risultato finale potrebbe essere molto inferiore.
Inoltre, sono ancora quattro anni prima delle prossime elezioni, e in questo lasso di tempo molte cose possono cambiare.
L’ex primo ministro Boris Johnson ha già messo in guardia: “La stessa formazione politica Reform UK potrebbe non arrivare nemmeno fino alle prossime elezioni”.
Sebbene il supporto alla formazione abbia raggiunto il 30% a maggio, grazie anche ai buoni risultati nelle elezioni locali (quasi 700 seggi e il controllo di alcuni consigli), le previsioni di vittoria restano improbabili.
Attualmente, il partito non dispone di un programma coerente e si basa soprattutto su un discorso populista, spesso contraddittorio.
La questione centrale riguarda il Brexit: Reform UK è nato come un partito favorevole all’uscita dall’Unione Europea, guidato da Nigel Farage.
Tuttavia, solo circa un terzo dei britannici considera positivo il Brexit, mentre la maggioranza vorrebbe un ritorno all’UE.
Inoltre, il partito si oppone a misure per ridurre le emissioni di gas serra, supportate solo dal 24% della popolazione, mentre oltre il 60% si oppone.
Anche le politiche riguardo l’immigrazione, il deportare i rifugiati, i limiti agli studenti stranieri e l’immigrazione di lavoratori sono poco supportate, con consensi rispettivamente del 27% e 16%.
La posizione del partito sull’aiuto all’Ucraina è altrettanto impopolare, con meno del 20% di supporto.
La presenza mediática e sui social di Farage rende il partito molto visibile, più di molti piccoli partiti, ma la maggior parte degli elettori continua a preferire i politici tradizionali, in primis l’attuale Primo Ministro Keir Starmer.
La fiducia in Farage è bassa, e se Reform UK dovesse partecipare alle elezioni con possibilità di vittoria, attirerà principalmente gli elettori scettici nei suoi confronti o in opposizione alle sue posizioni.
Tuttavia, ignorare queste previsioni di un successo populista di destra sarebbe un errore.
L’aumento della popolarità di Reform UK mette in evidenza le profonde criticità dei partiti tradizionali: il Labour fatica a risolvere i problemi economici e a superare i conflitti interni, i Conservatori hanno difficoltà a ritrovare una propria identità dopo il Brexit, e i Liberaldemocratici non dispongono ancora di una struttura e di un’ideologia tali da diventare il principale partito.
L’influenza di Farage e del populismo potrebbe, infine, fungere da catalizzatore per una revisione delle vulnerabilità delle istituzioni democratiche del Regno Unito.
La storia ha dimostrato che altri paesi europei hanno reagito unendo forze democratiche per impedire che i populisti arrivino al potere, formando coalizioni che superano le divisioni politiche interne.
Si spera che anche il Regno Unito trovi una risposta a questa minaccia.
La crescita di forze populiste come Reform UK potrebbe anche avere ripercussioni sulla politica ucraina, evidenziando l’importanza di rafforzare le proprie politiche sui temi fondamentali come immigrazione, tutela dell’ambiente, socialità e difesa nazionale, di fronte alla crescente minaccia di populismo.
Il Primo Ministro Johnson ha avvertito che l’approccio di Reform UK alla crisi russa potrebbe mettere in pericolo la sicurezza nazionale britannica, considerando che la loro visione, che attribuisce la responsabilità del conflitto all’Alleanza Atlantica e all’Occidente, favorisce indirettamente l’aggressione e il disordine internazionale.
In sintesi, gli sviluppi politici nel Regno Unito rappresentano un campanello di allarme importante anche per l’Ucraina, con possibili implicazioni strategiche sulla sicurezza e sulla stabilità del continente europeo.