La situazione attorno alla centrale nucleare di Zaporizhzhia: sfide politiche e di sicurezza in mezzo alla crisi energetica

L’escalation della crisi intorno alla centrale nucleare di Zaporizhzhia è diventata uno dei punti più critici nel panorama energetico e di sicurezza dell’Ucraina.
Al 1° ottobre, la centrale è rimasta disconnessa dalla rete elettrica ucraina per oltre una settimana, creando rischi seri per la stabilità energetica del paese e aumentando il rischio di un disastro nucleare.
Il responsabile di Ukratomreguluvannya, Oleh Korikov, ha avvertito che questa disconnessione mette in pericolo la sicurezza radiologica, poiché riduce il controllo e la supervisione sui reattori e sui sistemi di sicurezza dell’impianto.Nel frattempo, il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, ha tentato di giustificare le azioni della Russia affermando che Mosca non provoca danni all’impianto e non bombarda obiettivi ferroviari o energetici, ma controlla la stazione e mira a garantirne la sicurezza.
Ha inoltre accusato l’Ucraina di aver bombardato la centrale e ha sottolineato che gli esperti russi stanno facendo tutto il possibile per mantenere la sicurezza e il funzionamento stabile dell’impianto.
Peskov ha evidenziato che la Russia mantiene un contatto costante con l’AIEA e comunica la situazione secondo le norme e i regolamenti internazionali.Nonostante le dichiarazioni ufficiali, la situazione si aggrava: il Servizio esterno europeo ricorda che già sono avvenuti dieci blackout significativi alla centrale.
Tuttavia, questa volta, le interruzioni sono le più lunghe e le più pericolose.
Gli esperti avvertono che i generatori diesel di riserva, che attualmente sostengono il funzionamento della centrale, hanno già subito guasti, aumentando i rischi per i sistemi di raffreddamento dei reattori e la sicurezza dell’impianto in generale.
Ciò mette in pericolo non solo la stabilità dell’impianto, ma anche la sicurezza di tutta l’Ucraina, poiché ogni interruzione nel sistema di raffreddamento potrebbe avere conseguenze catastrofiche.