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La posizione della Russia sulle trattative per porre fine alla guerra con l’Ucraina rimane ferma: Vance fa dichiarazioni incisive

Chas Pravdy - 28 Settembre 2025 18:44

Nel contesto attuale di guerra ibrida e stallo diplomatico, la Russia ha ufficialmente annunciato il suo rifiuto di intraprendere qualsiasi negoziato volto a terminare le ostilità in Ucraina.

Il vicepresidente degli Stati Uniti, Joe Biden Vance, in un’intervista a Fox News, ha sottolineato con chiarezza che Mosca ha cinicamente respinto tutti i possibili format di dialogo, comprese le trattative bilaterali con Kiev e incontri trilaterali con la partecipazione di Washington e altri partner internazionali.

Secondo Vance, sin dal vertice in Alaska, il lato russo ha negato senza vergogna ogni canale diplomatico, ignorando persino gli indizi di una possibile risoluzione pacifica della crisi.

Ha evidenziato che le truppe russe stanno subendo perdite significative, ma ciò non si traduce in vantaggi concreti sul campo di battaglia.

“Tante vite sono già state perse.

Non ha senso continuare a mostrare queste perdite.

Quante altre vite sono disposti a sacrificare? Quante vite sono pronti a spezzare per ottenere un presunto vantaggio militare? Lavoriamo instancabilmente per la pace e speriamo che i leader russi comprendano finalmente la realtà sul terreno”, ha evidenziato Vance.

Nel frattempo, esperti e analisti suggeriscono che sanzioni e supporto militare da parte degli alleati dell’Ucraina potrebbero comunque influenzare i prossimi sviluppi.

Inoltre, i media statunitensi riferiscono che il presidente Donald Trump sta valutando la possibilità di fornire all’Ucraina armi a lungo raggio aggiuntive per rafforzare le capacità difensive del paese.

Trump esprime sempre più supporto alla lotta ucraina e sottolinea l’importanza di proteggere l’integrità territoriale dell’Ucraina e di opporsi all’aggressione russa.

Comunicati ufficiali indicano che gli Stati Uniti mirano ad aiutare l’Ucraina a riprendere il controllo di tutti i territori entro i confini del 1991, intensificando gli sforzi diplomatici per risolvere la crisi.

La situazione rimane tesa, e le trattative diplomatiche affrontano numerose sfide, aumentando la complessità e la posta in gioco nel contesto della ricerca di pace e stabilità nella regione.

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