Uomini kenyani vittime di una rete di reclutamento per la guerra al fianco della Russia: nuovi dettagli e rivelazioni
Negli ultimi mesi, le autorità ucraine e i media internazionali hanno svelato rapidamente un complesso e ampio sistema di reclutamento e impiego di mercenari stranieri, in particolare provenienti dal Kenya, coinvolti nei combattimenti a sostegno della Federazione Russa.
Secondo fonti ufficiali, questa rete criminale operava in modo nascosto, promettendo ai potenziali arruolati alti guadagni e un lavoro stabile.
Tuttavia, una volta arrivati in Russia, i partecipanti si confrontavano con una realtà molto diversa: i reclutatori offrivano fino a 17.800 dollari per il rilascio dei visti e per organizzare il viaggio, garantendo anche l’impiego nelle forze armate russe.
Una volta sul posto, però, gli uomini venivano costretti a firmare contratti con l’esercito russo; chi non rispettava le scadenze o rifiutava di collaborare veniva sanzionato con multe.
Recentemente, la polizia ha trovato 21 cittadini kenyani in un hotel di Ati-River, aspettando di partire per la Russia.
Alcuni di loro hanno subito ferite, altri non sono mai tornati a casa.
Le forze di sicurezza ucraine hanno già raccolto prove che implicano la Russia in un sistema di reclutamento sistematico di stranieri per combattere.
Un esempio lampante è il caso di Evans Kibet, un keniano arrivato in Ucraina come turista e, dopo due settimane, reclutato da conoscenti, culminato con la sua cattura e coinvolgimento nel conflitto.
Questi casi evidenziano l’estensione e la complessità dei meccanismi utilizzati per coinvolgere stranieri nel conflitto armato sostenuto dalla Russia.
