Le autorità di occupazione di Lugansk costringono gli studenti a donare sangue per l’esercito russo: sfruttamento sotto la bandiera «dell’unità»
Nella città di Lugansk, attualmente sotto occupazione temporanea, è emersa una grave crisi morale ed etica riguardante la sicurezza pubblica.
Secondo il Centro di Resistenza Nazionale, le autorità di occupazione del paese aggressore hanno avviato una vasta campagna intitolata «Per i nostri», con l’obiettivo di raccogliere sangue per i soldati russi feriti.
La gioventù viene utilizzata sia come strumento di propaganda che come risorsa di guerra.
Gli studenti sono stati costretti — volontariamente o sotto pressione — a donare sangue presso punti di raccolta appositamente attrezzati, suscitando profonde preoccupazioni per le violazioni dei diritti dei giovani e gli abusi da parte delle strutture di occupazione.Secondo i dati del Centro, circa il 40% dei donatori nella cosiddetta «LPR» sono studenti, coinvolti sotto pressione dalle amministrazioni scolastiche e dalle autorità locali.
Gli esperti sottolineano che, sotto le bandiere di «unità» e «lotta comune», i giovani vengono in realtà sfruttati come risorsa per sostenere gli scopi militari, in contrasto con i principi umanitari e i diritti umani.In passato, è stato segnalato che il Cremlino intensifica la propaganda tra i giovani nei territori occupati, cercando di ottenere supporto e lealtà alle proprie azioni.
Inoltre, il Centro di Resistenza Nazionale evidenzia che la Russia continua a militarizzare i bambini ucraini, portandoli via dall’Ucraina e costringendoli a ricevere addestramento militare per diventare soldati di un esercito straniero.Un esempio recente riguarda un ragazzo di 15 anni di Cherson, che in passato aveva ottenuto medaglie in competizioni sportive ucraine.
Ora si trova in un campo russo sull’isola di Shumshu, vicino al Giappone, dove sta ricevendo addestramento militare — vittima di una propaganda massiccia volta a formare una nuova generazione di sostenitori della macchina bellica straniera.
